Vogliamo le auto elettriche? Tocca allora tornare in miniera. Ma sì, avete letto bene, tanto più che la fonte è irreprensibile venendo dal portale Automotive News Europe. Sottoterra, per la precisione, ci torneranno gli svedesi, a caccia di grafite che sta diventando una materia preziosa per la realizzazione delle batterie per la futura invasione di auto a “corrente”, insieme ad altri elementi nobili e più noti. Vediamo più da vicino: il luogo è Woxna, circa 260 km a nord di Stoccolma, dove in realtà la miniera di grafite esiste da tempo. Ma era stata chiusa nel 2001, a causa del crollo dei prezzi di questa materia; ora invece l’estrazione di questo derivato del carbonio è tornata redditizia , ed in particolare sarà un’azienda canadese – la Leading Edge Materials – a dare seguito alle operazioni estrattive in profondità.

Anche se la grafite ha catturato meno titoli rispetto ad altri componenti delle batterie per autotrazione elettrica, come i più noti litio e cobalto i cui prezzi sono aumentati negli ultimi mesi – precisa autonews.com –, la grafite costituisce una grande parte dei costi delle materie prime per le batterie. La spinta di Leading Edge in Svezia fa dunque parte di una tendenza più ampia negli ultimi anni da parte delle società minerarie, che stanno ottenendo i permessi europei mentre le case automobilistiche si affrettano a sviluppare veicoli elettrici. Finlandia, Portogallo e Regno Unito hanno già attratto diversi studi minerari. Oltre alla grafite, l’azienda con sede a Vancouver sta studiando anche giacimenti di litio sempre vicino a Woxna e ha in programma la ricerca di cobalto nella vicina Finlandia.

Proprio la fortissima concorrenza dell’Asia nel settore degli accumulatori, con la prospettiva poco allettante di una sorta di monopolio, sta spingendo non solo le aziende ma la stessa politica europea verso la ricerca di alternative di produzione. Aggiunge Automotive News: Rio Tinto Group intende avviare la produzione di litio dal deposito di Jadar in Serbia entro il 2023, la svedese Boliden sta attualmente valutando se riaprire la propria miniera a Kylylahti, in Finlandia, per concentrarsi sul cobalto da rame, zinco e oro; proprio la Finlandia dispone in effetti di alcune delle maggiori riserve di cobalto in Europa, oltre a strutture che ne raffinano quasi il 15% della produzione mondiale, per la maggior parte attualmente importato. Ancora: il produttore chimico tedesco BASF sta pianificando una fabbrica di catodi da 400 milioni di euro, la coreana LG Chem ha annunciato che aprirà la più grande fabbrica europea di batterie agli ioni di litio in Polonia già quest’anno, mentre sono in corso progetti come TerraE e NorthVolt in Germania.

Del resto, in numeri in gioco sono enormi, visto che le previsioni annunciano una salita a 530 milioni di veicoli elettrici entro il 2040, rispetto ai circa 3 milioni di oggi. Con un grande se, come ammette lo stesso amministratore delegato di Leading Edge: “Se le previsioni sono corrette entro il 2020 saremmo probabilmente in grado di fornire importi significativi ai nostri clienti, ma se subentrassero ritardi nella diffusione reale dell’auto elettrica, dobbiamo stare attenti a non anticipare troppo i tempi: l’ultima cosa che voglio è trovarmi in piena produzione senza avere clienti a cui vendere…”

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