È morta a 89 anni Marina Cicogna. Nell’aprile 2018 Francesca Fagnani la intervistò a Belve. Ecco uno stralcio della conversazione:

“Non si definirebbe omosessuale, o sì?”, domanda la giornalista Francesca Fagnani a Marina Cicogna, la prima grande produttrice cinematografica in Europa (tra i film più noti: ‘Metti, una sera a cena’ di Giuseppe Patroni Griffi; ‘Lo chiameremo Andrea’ di Vittorio De Sica; ‘Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto’ di Elio Petri). “Non lo so, non riesco ad adattarmi ad una definizione che mi inserisca in una casella, non mi sembra indispensabile classificarsi”, risponde Cicogna.

Visse una storia con Alain Delon, poi con Florinda Bolkan per vent’anni. “Lei è stata tra le prime a vivere liberamente la sua sessualità senza mai voler diventare la madrina o il simbolo di lotte omosessuali”, commenta la giornalista. “Non le ho mai fatte – ammette – non per mancanza di coraggio. Un po’ per l’educazione dell’aristocrazia, penso – continua – che dietro una porta ognuno di noi possa fare quello che gli pare e non lo deve dichiarare. Quello che succede oggi è oggi, domani puoi fare anche un’altra roba”.

“Oggi vive con la sua compagna Benedetta. Perché ha deciso di adottarla invece di sposarla?”, chiede la conduttrice. “Io non mi sposerei mai, a me un uomo che dice ‘mio marito’ … no no … per me il matrimonio comunque è un problema, già tra eterosessuali. Il matrimonio forse – aggiunge la produttrice – va bene per crescere i bambini, anche se in futuro non sarà indispensabile nemmeno per quello. Lo troverei assolutamente ridicolo, non mi piace l’idea del matrimonio tra omosessuali”.

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