Se il reddito di cittadinanza fosse temporaneo, non ci sarebbero pregiudiziali. Ma si parte dal programma di centrodestra. Avanti col dialogo con tutti sui temi. Ma il candidato alla presidenza del Consiglio resta solo Luigi Di Maio. Un passo avanti e uno indietro, un cenno e un rifiuto, un’apertura e una retromarcia. La Lega e il M5s continuano a guardarsi da lontano. Puntellando le proprie certezze, tentando di costruire almeno un dialogo con le altre forze politiche. La differenza del giorno è che Matteo Salvini, durante una visita a Ischia, sottolinea che per il momento non ci sono numeri, ma nel futuro chissà. E invece dall’altra parte Luigi Di Maio non dice una parola all’Ansa che gli chiede di commentare le dichiarazioni del segretario leghista. Il capo politico dei Cinquestelle è al lavoro negli uffici del gruppo grillino alla Camera in vista delle consultazioni che cominceranno al Quirinale dal 4 aprile, mercoledì. Il Movimento per il momento parla attraverso il “Blog delle stelle” e rilancia: “Continuiamo a dialogare con tutte le forze politiche, mettendo al centro i temi su cui trovare convergenze nel solo interesse dei cittadini”. E’ Salvini che conferma che “con Di Maio ci sentiamo dopo Pasqua”. Spiega meglio: “Con i 5 stelle stiamo ragionando, se poi questo ragionamento andrà lontano o si fermerà non sono in grado di dirlo adesso”. Salvini premier? “La mia ambizione è di rappresentare tutti gli italiani facendo il presidente del Consiglio. Però non è una pregiudiziale perché a me interessa lavorare per l’Italia. Qualcun altro diceva: o io o il diluvio, io non ho l’arroganza di dire o io o nessuno”. Tutto questo mentre il Pd si avvia a uno scontro interno che durerà per diverse settimane, tra chi vuole aprire un dialogo e chi conferma l’Aventino che è più una trincea.

Il riferimento, neanche tanto velato, è alla controparte. Ed è confermato, d’altronde, da un altro pezzo di quella nota pubblicata sul Blog delle stelle. Una nota obbligata, per smentire un retroscena della Stampa che parlava della possibilità che il M5s possa arrivare a “sacrificare” Di Maio come presidente per far partire un governo di coalizione (ricostruzione messa in bocca al consigliere regionale Massimo Bugani e che lo stesso Bugani ha smentito categoricamente). Di Maio, ribadiscono i Cinquestelle nella nota, “è l’unico candidato premier del M5s con cui intendiamo andare al governo e cambiare il Paese dando finalmente agli italiani le risposte che attendono da trent’anni”. Bisogna rispettare quello che è stato promesso in campagna elettorale, è il ragionamento. Dopodiché, come afferma Emilio Carelli, ex direttore di SkyTg24 e ora deputato, “lo avevamo detto in campagna elettorale e lo stiamo facendo: dialogo con tutte le forze politiche, a destra e a sinistra, nell’interesse del Paese, affinché si faccia un governo che al più presto possa mettersi al lavoro per risolvere i problemi dei cittadini”.

Ma Salvini continua ad ammiccare, anche se in modo più rigido viste le reazioni dei Cinquestelle. “Se il reddito di cittadinanza – ragiona Salvini – non è un investimento illimitato per chi sta a casa, aperto a tutti (cosa che mi vedrebbe fortemente contrario perché sarebbe la fine del merito e dell’incentivo a fare impresa e cercare un lavoro) ma un investimento temporaneo per chi ha perso il lavoro ed è in attesa di trovare un nuovo lavoro ne possiamo parlare. Se invece è l’ennesimo provvedimento assistenzialista a tempo indeterminato, aperto a tutti, no perché è la fine dell’idea dello sviluppo”. E’ un’apertura al M5s, gli chiedono? No, “un’apertura al Paese“, risponde lui. “Se c’è qualcuno che è a casa, disperato, che per colpa della legge Fornero non ha né pensione né lavoro e io gli posso dare una mano son contento, non ho pregiudiziali di nessun tipo” dice.

Però, messa a parte questa “disponibilità”, c’è anche l’altro messaggio: il no ai veti, che – tra gli altri – oggi è stato auspicato anche dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati in un’intervista al Corriere della Sera. Salvini la pensa allo stesso modo: “Non è che uno si siede al tavolo e dice: tu non mi piaci, vai via! Si parte dai progetti, non dai nomi, dai premier. Si parte dalle cose da fare: tasse, lavoro, sicurezza. l’importante sono le cose da fare”. E le cose da fare, per Salvini, sono innanzitutto nel programma del centrodestra: “Visto che il centrodestra è la coalizione che ha vinto, sono disposto a dar vita a un governo che parta dal programma di centrodestra e quindi dalla cancellazione della legge Fornero, dalla riduzione delle tasse, dal controllo dei confini, dalle espulsioni dei clandestini – rilancia il leader del Carroccio – Sono disposto a ragionare di redditi di inclusione, leggi di cittadinanza, prestito per entrare nel mondo del lavoro. Sono disposto a ragionare di tutto, ma si parta dal voto degli italiani“.

A Ischia Salvini ha denunciato i ritardi della ricostruzione dopo il terremoto dell’agosto 2017 e la necessità di dare più poteri ai sindaci. Ma ha anche fatto distinzioni tra diversi tipi di abusi edilizi. “L’abuso è abuso, poi un conto è la villa in spiaggia, un conto è la finestra, il soppalco o il garage” ha detto prima di entrare nella zona rossa di Casamicciola. “Qua molti, di destra, di sinistra, di sopra e di sotto, hanno lamentato l’inerzia totale della Regione – ha aggiunto Salvini – nel senso che mentre tutte le Regioni italiane da nord a sud sono intervenute in passato su abusi e maxi abusi mettendo delle regole e ponendo un punto fermo col passato, la Regione Campania, per ideologia non ha mosso un dito e quindi è rimasto tutto fermo e non fare le cose è il modo peggiore”.

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