Un passo alla volta tutto inizia a definirsi realmente. Come ampiamente previsto, il partito di Luigi Di Maio per le elezioni dei presidenti della Camera e del Senato si è messo tranquillamente d’accordo con Berlusconi, Salvini e la Meloni. Nessuna scelta fatta dalla rete o in streaming ma tutto semplicemente con l’accordo “telefonico” fra 5Stelle e centrodestra. Al Senato, il partito 5Stelle ha fatto eleggere la berlusconiana di ferro, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Inutile ricordare le evidenti ipocrisie e contraddizioni ma così è: il Movimento 5 Stelle non esiste più.

Ora i 5Stelle sembrano avere una smania di potere e poltrone tale che farebbero accordi con tutti. Non sono inciuci, sono accordi sui programmi per il bene del Paese. Il loro leader è diventato dimaiocristiano. Tutte le parole e le offese da campagna elettorale continua di questi ultimi cinque anni sono volate via. Accordi su tutto con Berlusconi e la Lega, quella stessa Lega che i grillini dimenticano chi siaTutto perdonato.

Il paradosso dei 5Stelle è proprio questo: accusare ingiustamente per anni il Pd e poi allearsi con il partito di Dell’Utri e con il partito di Bossi (rieletto al Senato nonostante le due condanne). Insomma, una Lega, con gravi problema giudiziari, diventata la grande alleata di Di Maio. Ma va tutto bene, l’importante era gettare fango sul nemico comune, il Pd.

Ieri l’accordo centrodestra-Di Maio ha tenuto anche per le elezioni dei vice presidenti del Senato e dei relativi uffici. Oggi stesso accordo andrà in scena alla Camera. Intanto i preparativi per il Governo sono già iniziati anche mediaticamente: Di Maio e Salvini si fanno i complimenti a vicenda e dimenticano le loro mirabolanti promesse della campagna elettorale. Non si parla più di reddito di cittadinanza, non si parla più di flat tax ma di diminuire genericamente le tasse.

Tutto ammorbidito. Tutto diluito. Ora l’importante è prendere tutte le poltrone del sistema.

Le contraddizioni a cui stiamo assistendo sono talmente complesse che in questo momento non vale neanche la pena discuterle, tutto ha una giustificazione. Come diceva Indro Montanelli su Berlusconi. La gente capirà i grillini solo quando gli avrà provati al governo. Semplici constatazioni.

Sul governo l’unico nodo sembra essere la scelta del premier, i ministri non sono più un problema: alcuni li sceglierà Berlusconi, altri Dell’Utri, altri Bossi e alcuni Di Maio. Il leader cinquestelle pur di fare il premier non avrebbe problemi ad avere ministri del centrodestra. Stesso vale per Matteo Salvini. Magari i due si metteranno d’accordo per una eventuale staffetta o per un nome terzo da indicare premier.

Dimentichiamoci il passato e prepariamoci alla Dimaiocrazia.

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