Porte girevoli nella Giunta capitolina, ma nessun rimpastone vecchio stile alle porte. “Solo piccole modifiche”, assicurano fonti vicine alla sindaca Virginia Raggi, che comunque non coinvolgeranno i consiglieri eletti in Campidoglio. L’assessore al Turismo e al Commercio, Adriano Meloni, ha annunciato la sua imminente uscita dall’esecutivo. L’amministratore delegato di Expedia tornerà al suo lavoro presso il colosso online dei viaggi entro il mese di aprile, ma a quanto si è potuto apprendere continuerà a collaborare dall’esterno con la prima cittadina, specie in relazione al lavoro di mediazione con le principali categorie produttive. Al suo posto arriva Carlo Cafarotti, dipendente di Bankitalia e attivista. Novità anche nell’entourage della sindaca: Antonio De Santis, delegato al Personale del Campidoglio, è il nuovo segretario politico.

Vera e propria rivoluzione anche sul fronte dei dirigenti. Rispetto alla prima macrostruttura varata sempre da Virginia Raggi nel settembre 2016 – con Raffaele Marra ancora in Campidoglio – cambiano ben 55 figure apicali in 20 dipartimenti e 30 su 46 nei 15 municipi. Questo grazie alla nuova ordinanza firmata il 16 marzo.

I POSSIBILI CAMBI IN VISTA – Sul fronte politico, alle battute conclusive sarebbe anche l’esperienza di Alessandro Gennaro, assessore alle Partecipate, che a ottobre aveva preso il posto di Massimo Colomban, il quale a sua volta aveva sopperito a fine 2016 – insieme a Andrea Mazzillo – al burrascoso addio di Marcello Minenna. La partita di Atac è gestita totalmente dal suo ad Paolo Simioni e dalla sindaca, il piano di razionalizzazione è fatto e dunque la prima cittadina potrebbe decidere anche di avocare a sé le deleghe, per un assessorato definito ormai “morente”. L’intenzione di Raggi, poi, sarebbe quella di mantenere Margherita Gatta al suo posto, almeno fino a fine anno. Sulla titolare dei Lavori Pubblici, colta un po’ di sorpresa dall’esplosione della cosiddetta “emergenza buche”, si sta concentrando il malcontento di molti consiglieri – esplicitato da Paolo Ferrara in un’intervista al Messaggero all’indomani delle elezioni – i quali spingono ottenere una sostituzione imminente. Quello che emerge, tuttavia, è la decisa intenzione della sindaca di non voler promuovere i consiglieri eletti, condizione che metterebbe in un angolo le velleità di Andrea Coia per il Commercio e Enrico Stefano per la Mobilità, così come quelle del presidente d’Aula, Marcello De Vito, di essere rappresentato in qualche modo in Giunta.

COMMERCIO E TURISMO RIVOLUZIONATI – Oltre che dal punto di vista politico, l’imminente uscita di Adriano Meloni rappresenta un dato tecnico non sottovalutabile. Dei 7 dirigenti nominati nel 2016 nei Dipartimenti Commercio e Turismo, con la nuova macrostruttura ne è rimasta in carica soltanto una, Cristina Maria Selloni, direttrice del Dipartimento Turismo. Gli altri sono tutti cambiati, compreso l’ex direttore delle Attività Produttive, Luigi Maggio, che dalla IV Fascia ora si ritrova addirittura senza incarico. “Ci risulta si sia opposto al provvedimento sulla Festa della Befana a Piazza Navona”, azzarda il consigliere di Fratelli d’Italia, Francesco Figliomeni, ricordando le polemiche sul bando puntualmente rivinto nell’autunno scorso dalla famiglia Tredicine, vicenda che fu motivo di forte attrito anche fra il presidente della Commissione Commercio, Andrea Coia, e Meloni, cui i maligni – nonostante le smentite dei protagonisti – riconducono l’imminente addio dell’assessore. “Quell’intervista fu molto pesante – dice Coia all’agenzia Dire – lo stesso Meloni si è scusato e penso si sia pentito. Non credo che la sua decisione sia dipesa da quello, ma più dal fatto che lui come indole sia legato di più al turismo che al commercio”.

DIRIGENTI E FIGURE APICALI: SI CAMBIA TUTTO – Il fatto che i sopravvissuti della prima giunta Raggi siano rimasti ormai in cinque (Bergamo, Baldassarre, Frongia, Marzano e Meleo) e che i cambi in corsa siano stati ancora di più (nove, Meloni compreso ma escluso Gennaro), fa il paio con la correzione massiccia della macrostruttura, il motore su cui si dovrebbe basare la macchina amministrativa. Secondo la relazione presentata dalla presidente Dircom, Silvana Sari, durante una recente Commissione Trasparenza, l’unico Dipartimento confermato in toto rispetto a quello varato con il provvedimento del settembre 2016 è lo Sport. Negli altri “ministeri”, invece, Raggi ha valutato di cambiare radicalmente le scelte, sostituendo tutti i dirigenti in ben 8 casi su 20 e ruotando gli incarichi ai due terzi nella gran parte dei casi restanti. “Tutto ciò senza che siano state mostrate le valutazioni comparative di legge”, afferma Sari. “E’ vero – aggiunge l’avvocato Domenico Massetti – che i dirigenti devono ruotare, ma per la stessa legge non possono farlo prima dei tre anni dalla loro nomina”. Norma a cui, secondo la Dircom, al momento non sarebbe stato sottoposto Giovanni Maria Riu, dal 2013 ininterrottamente direttore presso il Dipartimento Organizzazione e Risorse Umane.

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