“Assassini, vogliamo verità”. È il grido di centinaia di abitanti di Kemerovo che si sono riuniti nella piazza centrale dei Soviet per protestare dopo la tragedia del rogo al centro commerciale, nel quale sono morte 64 persone, 41 dei quali erano bambini. E secondo i parenti delle vittime probabilmente ci sono 85 dispersi, in maggioranza bambini fra i 10 e i 13 anni.

Davanti ai manifestanti, che hanno portato in piazza le foto dei bimbi morti nella tragedia, si è presentato Serghei Tsivilev, vice governatore della regione di Kuzbass. “Chiedo il vostro perdono”, ha detto Tsivilev inginocchiandosi davanti alla folla che ha applaudito il gesto. “Sin dai tempi antichi in Russia ci si inginocchia per chiedere perdono”, ha detto rialzandosi.

Nel giorno della visita del presidente russo Vladimir Putin, che ha deposto una corona di fiori sulla scena dell’incendio e visitato le vittime ricoverate in ospedale, il direttore del Comitato Investigativo, Alexander Bastrykin, ha annunciato che “l’allarme antincendio del centro commerciale era fuori servizio dal 19 marzo, tuttavia, non sono state prese misure per risolvere la situazione: i rappresentanti dell’amministrazione ne erano a conoscenza ma non hanno preso alcun provvedimento”. La prima verità sulle cause della tragedia, secondo quanto riporta Interfax, è contenuta in un rapporto presentato al presidente russo durante la sua visita a Kemerovo.

E sempre sulla base del dossier gli investigatori chiederanno al tribunale di Kemerovo l’arresto di cinque sospettati già fermati subito dopo l’incidente. Si tratta del direttore tecnico, del proprietario del mall, l’affittuario dei locali da cui l’incendio si è propagato, un dipendente e il capo dell’azienda che gestisce il sistema di allarme antincendio, e la guardia di sicurezza che non ha attivato l’allarme quando sono divampate le fiamme.

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