In due mesi sono più che triplicati gli ulivi malati di Xylella in Puglia. Nella cosiddetta fascia di contenimento ad oggi sono 2.924 gli ulivi infetti. Già il 7 marzo scorso l’Osservatorio fitosanitario Xylella della Regione Puglia aveva rilevato un numero triplicato di ulivi colpiti dal batterio rispetto a due mesi prima. Si era passati da 735 a 2.251. Nelle ultime settimane è stata registrata un’ulteriore diffusione, mentre la presenza della fitopatia nella parte nord della zona cuscinetto si attesta nel brindisino, tra l’agro di Ostuni, Cisternino e Ceglie Messapica. La Cia-Agricoltori italiani ha espresso preoccupazione per il batterio che sta avanzando verso Nord, sottolineando che “la burocrazia toglie tempestività d’intervento e non risarcisce gli agricoltori in tempi accettabili”. Un appello al governo, invece, è stato lanciato da Leonardo Di Gioia, assessore alle Risorse agroalimentari della Puglia e coordinatore della Commissione agricoltura della Conferenza delle Regioni che ieri ha illustrato tre misure messe in campo con 47 milioni di euro (fondi del programma di sviluppo rurale, del bilancio autonomo della Regione e del Patto per il Sud) in favore delle aziende agricole colpite dalla Xylella fastidiosa.

L’AREA A RISCHIO – Negli interventi nella zona di contenimento (dove ci sono gli ulivi infetti) e in quella cuscinetto (a meno di 100 metri dal focolaio) la Regione sta facendo i conti con la recente sentenza del Tar di Puglia. I giudici amministrativi hanno infatti stabilito che, prima di estirpare le piante di ulivo sane nella zona cuscinetto, la Regione deve verificare “se presentino il carattere di monumentalità”. Il Tar ha accolto il ricorso presentato dal proprietario di un fondo nel Comune di Ceglie Messapica (Brindisi) contro un provvedimento dell’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia, che aveva ordinato l’estirpazione di una pianta infetta dal batterio della Xylella fastidiosa e di tutti gli ulivi nel raggio di 100 metri. Nella zona di contenimento e cuscinetto, una fascia complessivamente di circa 30 chilometri che taglia la Puglia dall’Adriatico allo Ionio, spicca in particolare l’area brindisina di Oria e Francavilla Fontana, dove il primo focolaio fu individuato nel 2015 e le sospensive per i ricorsi al Tar hanno impedito di effettuare le eradicazioni per lungo tempo.

LA PREVENZIONE – Tra le misure fitosanitarie per l’eradicazione e il contenimento della diffusione della Xylella fastidiosa ci sono poi quelle in atto per il controllo degli stati giovanili del vettore, con l’obbligo in tutti i terreni agricoli, extra agricoli e nelle aree urbane private e pubbliche di realizzare lavorazioni meccaniche superficiali del terreno per il controllo della vegetazione spontanea (aratura, trinciatura e fresatura) entro e non oltre il 30 aprile.

PER LE AZIENDE AGRICOLE 47 MILIONI – La Regione Puglia ha predisposto tre misure in favore dei territori colpiti dalla Xylella, impegnando 47 milioni di euro: 5 milioni per l’abbattimento degli interessi sui mutui delle imprese agricole, 10 milioni sul ripristino del potenziale produttivo nella zona delimitata come infetta e 32 milioni per gli investimenti delle aziende olivicole (con il reimpianto degli ulivi al via non appena il comitato fitosanitario nazionale indicherà quali cultivar possono essere utilizzate).

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