L’annuncio è arrivato il 22 marzo dalla Protezione civile, che ha inviato la circolare a tutti i ministeri e alle Regioni: il rientro incontrollato della stazione spaziale cinese Tiangong 1 nell’atmosfera “potrebbe interessare il territorio nazionale” e l’eventuale caduta di frammenti potrebbe avvenire nei giorni di Pasqua, “tra il 28 marzo e il 4 aprile” e riguardare “le Regioni a sud dell’Emilia-Romagna“. “La finestra temporale e le traiettorie di impatto al suolo potranno essere definite con maggiore precisione nelle 36 ore precedenti il rientro”, si legge nel documento, che sottolinea come l’organizzazione e l’interpretazione dei dati sia compito dell’Agenzia Spaziale Italia, che “curerà la fase di organizzazione e interpretazione dei dati avvalendosi del supporto di altri Enti, nazionali e internazionali”. Nel frattempo, la Protezione civile rende noto che è stato istituito il tavolo tecnico di lavoro, previsto in circostanze del genere, al quale partecipano, insieme all’Asi, il consigliere militare della Presidenza del Consiglio, i ministeri di Interno, Difesa e Esteri, Enac, Enav, Ispra, la commissione speciale di Protezione civile.

L’’Istituto tedesco Fraunhofer ha raccolto alcune immagini in banda radio di Tiangong-1, il laboratorio orbitante cinese fuori controllo dal marzo del 2016, grazie al sistema radar Tira. Con le proiezioni attuali l’Agenzia Spaziale Europea afferma che il contatto con gli strati più bassi dell’atmosfera terrestre potrebbe avvenire tra fine marzo ed inizio aprile. I ricercatori dell’Istituto Fraunhofer per la Fisica delle alte frequenze e tecniche Radar (FHR) a Wachtberg vicino a Bonn monitorano la stazione spaziale cinese Tiangong-1 e grazie al TIRA -Tracking and Imaging Radar- tra i più potenti radar al mondo di osservazione di oggetti spaziali e forniscono spettacolari immagini del Palazzo Celeste (questo il significato della parola cinese Tiangong) che orbita intorno alla Terra a una velocità di 7,5 chilometri al secondo.

“La sua perdita di quota – scrive il sito dell’Inaf, istituto nazionale di astrofisica – è lenta ma inesorabile: l’impatto con gli strati più bassi dell’atmosfera potrebbe avvenire tra la fine di marzo e aprile ma l’Agenzia spaziale europea afferma che ad oggi non è ancora possibile prevederlo con esattezza”, si legge. Lanciato il 29 settembre del 2011 Tiangong-1, 12 metri di lunghezza e 8,5 tonnellate di peso, era stato posizionato in orbita bassa a 372 km di apogeo ottenuta grazie a due manovre di correzione orbitale.

A marzo del 2016 l’Agenzia spaziale cinese annunciava che aveva perso i dati di telemetria, ammettendo che un rientro controllato nelle acque dell’Oceano Pacifico di Tiangong-1 sarebbe stato impossibile. Da allora agenzie spaziali e centri di ricerca di tutto il mondo hanno iniziato il monitoraggio costante del Palazzo Celeste che in questo inizio di anno ha catalizzato l’attenzione anche dei più distratti alle vicende spaziali. Come già detto anche su mediainaf qualche mese fa il rischio di danni è pressoché nullo. Grazie alle immagini fornite dagli scienziati dell’Istituto Fraunhofer è possibile verificare lo stato di integrità del laboratorio orbitante e l’Esa ha affidato proprio agli scienziati tedeschi l’indagine sulla velocità di rotazione di Tiangong-1. “Questo parametro influenza notevolmente le caratteristiche di volo della stazione spaziale e di conseguenza anche le previsioni di impatto che ad oggi, quindi, sono ancora molto incerte”, conclude Inaf.

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