I giornali lo hanno definito come un semplice “geometra 88enne“. E invece quell’uomo anziano trovato impiccato ieri nel bagno di un treno alla stazione di Savona era Osvaldo Cocucci, il bandito italo argentino citato persino nelle carte dei processo a Giulio Andreotti. Dal biglietto che gli è stato trovato in tasca risulta che era salito a Nizza sul convoglio Thello Eurocity diretto a Milano. Con lui, però, non aveva nient’altro: non una borsa e nemmeno un portafogli. Dettagli che rendono quello di Cocucci un suicidio quantomeno anomalo.

Le indagini della morte dell’uomo sono state avviate dalla polizia ferroviaria e dalla squadra mobile di Savona. Gli agenti dell polfer hanno trovato sul treno anche l’impermiabile dell’anziano, ma nessuna valigia e nemmeno un portafoglio o un telefono cellulare. Il corpo è stato scoperto da uno dei ferrovieri quando il convoglio si trovava nei pressi di Finale Ligure.

Secondo una prima ricostruzione Cocucci si sarebbe impiccato con un foulard a un appendino del bagno nella quarta carrozza, subito sequestrata per ordine della pm Cristiana Buttiglione. In attesa del parere del medico legale, per gli investigatori si tratterebbe di un suicidio, seppur – come detto – anomalo. A riportare la pista seguita dagli investigatori è l’edizione locale della Stampa, prima però che l’identità dell’uomo fosse collegata al suo passato. Cocucci, infatti, è un nome noto nella storia della malavita milanese. E spunta anche sullo sfondo dei grandi misteri di questo Paese. L’italo argentino era il capo di una banda di cui faceva parte anche Federico Cerniglia,  poi diventato collaboratore di giustizia. Era il 1997 quando Cerniglia aveva iniziato a collaborare con la magistratura raccontando di un incontro mai provato tra Andreotti e Frank Coppola, meglio noto come Frank Tre Dita. Il sette volte presidente del consiglio e il mafioso siculo americano si sarebbero visti a Roma nel 1970: sarebbe stato il primo contatto tra il Divo Giulio e Cosa nostra. I giudici che processarono Andreotti, però, ritennero quel racconto completamente inventato.

Vent’anni dopo ecco che il nome di Cocucci riemerge dal passato. E ancora una volta al centro di un mistero. I punti da chiarire sul presunto suicidio dell’88enne, infatti, non mancano. A cominciare dalle modalità con cui si sarebbe tolto la vita: per impiccarsi con il foulard nel piccolo bagno del treno avrebbe dovuto piegarsi di lato. Gli investigatori, poi, vogliono capire perché la porta del bagno è stata trovata aperta. E perché il passeggero non aveva con sé né il portafogli né il cellulare. Particolare che fa ipotizzare la possibilità di un furto. Sul corpo, però, non sarebbero stati trovati segni di colluttazione.

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