Tutti tranne il Pd. Anzi no: solo il Pd e gli altri no. Nello stesso momento in cui il capo del centrodestra Matteo Salvini dice che “escluso il Partito democratico, tutto è possibile” e che con i Cinquestelle “quando dalle parole si passa ai fatti” magari “c’è un’idea comune di sviluppo“, Silvio Berlusconi incontra i suoi parlamentari e a chi chiede se davvero ha aperto a una possibile intesa con i grillini, risponde: “Sì, ho aperto per cacciarli via“. E spiega, anzi, che una delle ipotesi potrebbe essere quella di un governo di centrodestra con il sostegno sui singoli temi proprio da parte del Pd. Salvini e la Meloni, aggiunge, sono contrari, ma “io cercherò di convincerli“. Per Berlusconi bisogna anche “convincere i singoli Cinque Stelle a sostenere un governo di centrodestra”. Salvini dice che tutti i partiti di centrodestra nelle consultazioni con il presidente Sergio Mattarella indicheranno lui come presidente del Consiglio. Ma sulla strategia che dovrà tenere la coalizione per trovare voti in Parlamento l’atteggiamento è, come minimo, bipolare e rischia di far saltare già ora tutto per aria.

Salvini, da capo della coalizione di fatto dopo aver conquistato il primato nella coalizione, in serata ha intanto sentito al telefono sia Di Maio sia Maurizio Martina, che guiderà il Pd fino all’Assemblea nazionale, e il leader di Leu Pietro Grasso. Il colloquio con il candidato premier M5s è stato secondo l’Ansa “franco e cordiale” e i due hanno concordato sulla necessità di confrontarsi sulle presidenze delle due camere – le votazioni inizieranno il 23 marzo – nel rispetto degli esiti del voto. A Martina e Grasso il nuovo numero uno del centrodestra ha invece espresso la volontà di rendere operativo quanto prima il Parlamento.

Poi c’è la partita del governo, non facile ma da giocare, secondo Salvini. Che dice di lavorare a un programma (“di centrodestra”, precisa) da offrire al Parlamento. Un passaggio stretto, ma da affrontare con un indirizzo preciso: “Non ho la smania di andare al governo: voglio mantenere fede agli elettori, lavoreremo nelle prossime settimane per trovare una maggioranza. Escludo che ci sia il Pd. Di tutto il resto parleremo prossime settimane. Fatto escluso il Pd, tutto è possibile”. Non un governo “a ogni costo per fare il ministro per qualche mese”. Ma bisogna fare di tutto, insiste, per rispettare il mandato dei 12 milioni di elettori di centrodestra e per dare “un governo all’Italia il prima possibile”.

video di Manolo Lanaro

Arriva qui l’apertura, plateale, ai Cinquestelle: “La differenza di fondo con il M5s è culturale – dice – Noi vogliamo promuovere il lavoro, ridurre le tasse per offrire più lavoro. A quanto capisco leggendo, ma magari sbaglio, la loro proposta si fonda più sull’assistenza che sullo sviluppo. A me interessa che l’Italia corra e lavori. Chi ha bisogno va aiutato, ma quello che mi interessa è che il Paese produca. Un aiuto indiscriminato a chi sta a casa mi sembra il contrario. Ma quando dalle parole si passa ai fatti vediamo se c’è un’idea comune di sviluppo che non si fondi sull’assistenza“. Al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, tutti i gruppi di centrodestra che esprimono 260 parlamentari indicheranno Salvini come premier.

Sì, ma come si metterebbe con la “concorrenza” tra lui e Di Maio? “Non mi interessa chi vince – risponde Salvini – Abbiamo un programma e chiunque venga al governo con noi deve impegnarsi a cancellare la legge Fornero, a ridurre le tasse al 15 per cento, a rendere l’Italia più federale e meno burocratica. Se ci sono altri suggerimenti a partire da questo presupposto siamo ben contenti di accoglierli. Sui nomi e sui ruoli non ci sono pregiudizi di partenza, mi interessa il progetto: se c’è condivisione di progetto, ragioniamo”.

Qui interviene un “però” grande come una casa. Per Salvini “se altri si avvicinassero ne riparleremmo come coalizione, non come singolo”. Vale a dire che l’accordo non sarebbe Lega-M5s, ma centrodestra-M5s. Cioè con Berlusconi dentro. Così la situazione si ingarbuglia ulteriormente: vedere un’intesa tra Cinquestelle e Forza Italia vuol dire scambiare la fantascienza con la realtà. Il lavoro sul programma, dice comunque Salvini, riguarderebbe linee-guida per 10 anni che riguardano – tra le altre cose – flat tax, cancellazione della legge Fornero e quindi pensione, stabilizzazione del lavoro e quindi l’opposto della precarizzazione imposta da Bruxelles“.

E, però, se tutto fallisce e si va a nuove elezioni? Salvini risponde così, un po’ come Di Maio ieri: Mai avuto paura di confrontarci con gli elettori. Un partito che ha paura di confrontarsi con gli elettori, ha sbagliato qualcosa. Ci auguriamo che gli italiani però non debbano tornare a votare domani mattina altrimenti si stancano”. Un po’ diverso l’atteggiamento di Berlusconi: “Ci vorrà del tempo – dice ai suoi parlamentari – ma non vedo auspicabili nuove elezioni, dobbiamo fare di tutto per evitarle“. Ma i suoi interlocutori non ci sono più: “Fantapolitica” dice Lorenzo Guerini al Tg3. “La nostra posizione è chiara, sancita con grande condivisione: siamo all’opposizione come hanno sancito gli elettori. Tocca ad altri fare proposte serie per il Paese”.

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