Dopo la débâcle elettorale del 4 marzo, per il Pd abruzzese le grane non sono finite. Ridimensionata la pattuglia dem da sette a tre parlamentari, tocca ora al governatore della Regione e neosenatore, Luciano D’Alfonso, fare i conti con le prime defezioni pesanti: quelle dell’assessore all’Urbanistica e ai parchi, Donato Di Matteo (che il primo febbraio aveva lasciato il Pd, lamentando “un’assenza di collegialità”, per aderire a Regione Facile), e di quello al Lavoro e alle aree interne, Andrea Gerosolimo (Abruzzo Civico). Che, in una lettera al presidente dell’Abruzzo, si dichiarano pronti a rimettere il mandato chiedendo, al contempo, di procedere all’azzeramento della Giunta. Insomma, soffiano venti di crisi sul governo regionale. Primo diretto effetto dello tsunami elettorale che si è abbattuto con le ultime politiche sull’Abruzzo, dove il Movimento 5 Stelle ha sfiorato il 40 per cento dei consensi.

Nella lettera firmata dai due assessori – che ilfattoquotidiano.it ha potuto visionare – Gerosolimo e Di Matteo si dicono “pronti ad assumerci per primi le nostre responsabilità rimettendo ciascuno nelle tue mani il ruolo di assessore e invitandoti, contestualmente, a procedere con l’azzeramento della Giunta e con il contestuale avvio di una fase che possa portarci a comprendere se ha ancora senso andare avanti e, in caso di risposta affermativa, con quali termini e modalità”. Una decisione, scrivono, che arriva all’indomani del 4 marzo che “ha rappresentato per l’Italia e per l’Abruzzo un passaggio fondamentale per le speranze e le aspettative della collettività e tutti noi abbiamo il dovere di ascoltare e di comprendere tutto quello che, attraverso il voto, il popolo ha voluto esprimere”.

Un passaggio che, si legge nella lettera, rende “più che mai” attuale “la riflessione morotea dell’annunciarsi di ‘tempi nuovi’ che ‘avanzano in fretta come non mai’”. Per questo, aggiungono, “abbiamo il dovere morale di riconoscere lo scollamento che si è creato tra noi e la gran parte dei cittadini abruzzesi”. Anche perché, fanno notare ancora, “siamo passati dall’altissimo gradimento, ricevuto in occasione delle elezioni regionali del 2014 (42,26%, ndr), al deludente risultato delle ultime elezioni politiche (17,6%, ndr)”. E al di là dei fattori che hanno contribuito al verdetto delle urne, “il dato della nostra Regione è inequivocabile ed i suoi contorni ci appaiono per la loro disarmante crudezza”. In altre parole, “bisogna prendere atto che abbiamo perso la fiducia di 180mila abruzzesi”. Risultato, secondo Gerosolimo e Di Matteo, determinato anche dall’aver “fallito nell’affrontare temi importanti e strategici per la nostra Regione”. Un’ammissione seguita da un lungo elenco: “L’azione intrapresa sulla sanità, sul riequilibrio dei territori, sull’utilizzo dei fondi strutturali, sulla riorganizzazione delle società partecipate e sulle tematiche ambientali”. Azione, concludono i due assessori, “apparsa poco coraggiosa e poco rappresentativa delle istanze e dei sentimenti degli abruzzesi”.

A stretto giro, arriva la replica del collega di Giunta, l’assessore alla Programmazione economica Silvio Paolucci. “Prendiamo atto delle decisioni degli assessori Gerosolimo e Di Matteo – risponde –. È chiaro che il voto del 4 marzo richiede un’analisi approfondita per concordare cosa è necessario fare, senza escludere alcuna soluzione”. Insomma, ora la palla passa a D’Alfonso (domani terrà una conferenza stampa) che, peraltro, dovrà optare prossimamente tra la carica di governatore e quella di senatore. Intanto, il Movimento 5 Stelle non perde l’occasione di attaccare l’esecutivo regionale tornando ad invocare “dimissioni subito” da parte del presidente dell’Abruzzo. “Ormai l’amministrazione D’Alfonso è arrivata al capolinea – taglia corto il consigliere regionale Domenico Pettinari del M5S –. Hanno perso in maniera catastrofica le ultime elezioni politiche e continuano a perdere pezzi per strada”. Ma non è tutto. “Da 5-6 mesi il Consiglio regionale è paralizzato a causa di questi continui mal di pancia che stanno scoppiando nella maggioranza – aggiunge sentito al fattoquotdiano.it –. Anche per le assenze, a questo punto devo dire sospette, di Di Matteo e Gerosolimo che hanno fatto mancare i numeri alla maggioranza, non si convoca più il Consiglio da dicembre. D’Alfonso si deve dimettere e deve farlo subito, consentendo agli abruzzesi di tornare a votare”.

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