“Le vaccinazioni sono aumentate e questo era l’obiettivo del decreto“. “Per l’esavalente siamo sopra il 95% dei bimbi vaccinati, quindi la soglia fatidica che permette l’immunità di gregge è stata raggiunta – ha spiegato Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss – e per il morbillo abbiamo avuto una crescita di circa il 6%, quindi anche in questo caso ci avviciniamo a quella soglia”. I dati, ha spiegato Rezza, “sono ancora preliminari e riguardano solo alcune regioni, mentre quelli complessivi e definitivi arriveranno fra circa un mese” ma confermano già l’aumento delle vaccinazioni che ha permesso di raggiungere la soglia considerata di sicurezza. L’esavalente (difterite, tetano, epatite B, influenzae haemophilus B, polio, pertosse) aveva toccato quota 93% che è considerato dagli esperti molto basso.

Nel Lazio la copertura ha toccato una quota addirittura più alta: “Siamo oltre il 97% per la fascia 0-6 anni, quella per cui viene indicato l’obbligo, che riguarda l’esavalente e la quadrivalente, le dieci obbligatorie – ha spiegato il coordinatore della cabina di regia della sanità Alessio D’Amato – c’è stato un alto livello di risposta da parte delle famiglie. Le famiglie possono stare tranquille rispetto al dato attuale”. Sui bimbi non vaccinati “i dati che abbiamo sono molto bassi – ha proseguito – quelli nella corte dei nati del 2015 che oggi hanno 2-3 anni erano oltre 46 mila. Coloro che hanno rifiutato le vaccinazioni sono circa 30 unità. Stiamo parlando di numeri minimi rispetto alla platea totale che invece ha aderito alla campagna vaccinale”. A chi gli chiedeva se quei trenta non potranno entrare a scuola alla scadenza degli obblighi, D’Amato ha risposto: “E’ come quando si va in piscina: se hai la cuffia entri, se non ce l’hai non entri“.

Esclusioni sono state registrate in Sardegna, dove “alcune decine” di alunni della scuola dell’Infanzia, bambini dai tre ai sei anni, sono stati rimandati a casa dal dirigente scolastico perché privi delle autorizzazioni Asl sui vaccini. “Impossibile quantificare esattamente il numero – spiega direttore scolastico provinciale di Cagliari, Luca Cancelliere – ma le segnalazioni che ci giungono dai dirigenti scolastici sono tante. D’altra parte non possono fare a meno di sottrarsi: lo prescrive la legge. Noi abbiamo sollecitato anche le Asl a rilasciare queste autorizzazioni”. Una circolare era stata emanata il 19 gennaio proprio in seguito alle lamentele dei genitori che segnalavano disguidi.

I bimbi sono stati rimandati a casa perché arrivati a scuola con la sola copia del libretto delle vaccinazioni sostenute. In alcuni casi i presidi hanno accettato ma molti altri hanno applicato la normativa alla lettera: serve l’autorizzazione della Asl non è sufficiente il libretto, quindi gli alunni sono stati rimandati a casa. Secondo una prima ricostruzione, i loro genitori non si sarebbero rivolti direttamente alle aziende sanitarie spaventati dalle file e dalle possibili perdite di tempo.

A Milano, invece, sono quattro i bambini fino a sei anni che non sono potuti entrare negli asili nido e nelle scuole materne comunali perché non in regola con la documentazione sulle vaccinazioni. Dal Comune spiegano che sono una decina i bimbi che risultano non in regola, ma 5-6 erano assenti da scuola già dalla fine della scorsa settimana forse per l’influenza. Alcuni genitori si sono giustificati dicendo di non aver avuto tempo.

Un caso analogo si è verificato a Sulmona, in provincia dell’Aquila, dove 4 bimbi non sono risultati in regola con i vaccini e la dirigente scolastica li ha rimandati a casa ordinando alle famiglie di mettersi in regola con le disposizioni di legge. “Si tratta di quattro differenti casi – spiega la dirigente Elvira Tonti – due in via di risoluzione perché provocati da una semplice dimenticanza che sarà risolta già da domani. Gli altri due invece per il rifiuto di vaccinare i figli”.

“Le procedure applicative per la verifiche delle documentazioni possono variare da regione a regione, ma non c’è stata una proroga delle scadenze dei termini a livello ministeriale”, ha spiegato ancora Rezza. Di proroga, invece, parla Luisa Franzese, direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Campania, dove per il momento non si è verificato alcun problema: “Abbiamo pubblicato tutte le informazioni relative alla proroga – ha spiegato la dirigente – le scuole sono state informate” e per mettersi in regola ci sarà tempo fino al 30 marzo. In Sicilia, invece, presidi e i dirigenti scolastici potranno accogliere i bambini non vaccinati fino al 31 marzo: la proroga è stata decisa dall’assessore regionale alla Formazione, Roberto Lagalla.

Di proroga parlava il 9 marzo il past president della Società italiana di Igiene, Carlo Signorelli: “Ci sono Regioni che hanno una proroga perché hanno l’anagrafe vaccinale, altre che danno un appuntamento d’ufficio quando mandano la lettera di richiamo ai genitori. Come minimo ci dovrebbe essere un ultimo colloquio con la Asl prima di arrivare all’esclusione”.

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