Le offerte di collaborazione al Pd non arrivano solo dai Cinquestelle. Ma tornano, ancora, anche dal centrodestra. E’ ancora una volta Renato Brunetta a farsi portavoce “esplicito”, dopo che nei giorni scorsi Matteo Salvini aveva usato parole più diplomatiche. Brunetta si augura che nel Pd “prendano la decisione migliore per il bene del Paese, ovvero appoggiare un governo di centrodestra. Io sono abituato a vedere se c’è compatibilità politica analizzando i programmi e nel Pd vedo molta più vicinanza con noi che con il M5s”. Ma lo stesso invito era arrivato anche dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che invita “anche il Pd” a farsi carico del nuovo governo. “Lasciare che Salvini conduca le trattative – aggiunge in un’intervista alla Stampa – non esclude cercare delle convergenze con altre forze. Ma sempre nello spirito della lealtà”.

Ad ogni modo Brunetta sottolinea in un’intervista al Quotidiano Nazionale che “le elezioni le ha vinte il centrodestra unito, abbiamo oltre 270 deputati, e circa 140 senatori. Non abbiamo la maggioranza assoluta, ma il M5s è molto più lontano. Spetta a noi il diritto dovere di governare”.

A Forza Italia però risponde il capo di fatto della coalizione, Matteo Salvini: “Gli italiani non ci hanno votato per riportare Renzi al governo, e neanche Gentiloni“. Salvini chiarisce che “non andremo mai al governo se non potremo fare quello che vogliamo realizzare, cancellare la legge Fornero, controllare l’immigrazione clandestina e ridiscutere i trattati europei”. Per questo la linea post-voto non cambia: “Chiederemo in Parlamento i voti” che mancano al centrodestra.

Nello stesso giorno, comunque, a domanda del Corriere su un’eventuale astensione dei democratici per far almeno partire un governo di centrodestra, Renzi – sia pure da segretario dimissionario – risponde semplicemente con un “no”.

Articolo Precedente

Lega, L’Espresso: “L’ideologo della Flat Tax Armando Siri patteggiò per bancarotta fraudolenta”

next
Articolo Successivo

Morto Giovanni Prandini, era nella “Banda dei quattro” del governo Andreotti. Poi fu travolto dall’inchiesta Mani Pulite

next