È “altamente probabile che sia stata la Russia” ad avvelenare l’ex spia Sergei Skripal e sua figlia, quindi l’Inghilterra ha convocato l’ambasciatore russo a Londra che dovrà “rispondere entro domani” alle domande che gli sono state rivolte. Lo ha affermato la premier Theresa May nel corso del suo intervento alla Camera dei Comuni, annunciando che l’ambasciatore dovrà chiarire se la Russia abbia volontariamente condotto l’attacco o “abbia perso il controllo” di sostanze pericolose dai suoi laboratori chimici, visto che il gas nervino usato viene prodotti in laboratori russi.

Immediata la risposta di Mosca al suo discorso. Il ministero degli Esteri russo ha bollato come “uno show da circo” le dichiarazioni, alzando la tensione dopo la provocazione di Vladimir Putin che nelle ore precedenti all’intervento aveva detto alla Bbc: “I britannici si schiariscano prima le idee, poi discuteremo con voi”. Mentre l’ambasciata russa a Londra si era detta “oltraggiata dalla campagna anti-russa portata avanti dai media” britannici “allo scopo di esercitare pressione sugli investigatori e di influenzare psicologicamente l’opinione pubblica con la connivenza” di ambienti politici.

Poi è arrivata la convocazione del governo inglese. La May ha già chiarito che se le risposte non saranno “credibili”, Londra “deve essere pronta a prendere misure estese” nei confronti di Mosca perché la conclusione sarà che “si è trattato di uso illegale della forza contro il Regno Unito, quindi tornerò in questa Camera e annuncerò tutte le misure che saranno necessarie”, ha aggiunto May. Secondo l’indagine, ha affermato la premier britannica, le tossine usate a Salisbury per tentare di uccidere l’ex agente del Gru e del Mi6 sono “del tipo” di sostanze che la Russia produce. “Non è stato solo un crimine contro Skripal – ha aggiunto nel corso del suo intervento – ma anche un atto dissoluto contro il Regno Unito” perché “ha messo a rischio la popolazione”.

May ha ricordato quelli che la Gran Bretagna considera i precedenti a carico della Russia, dal caso Litvinenko, all’annessione della Crimea, alle accuse di interferenze nelle elezioni in altri Paesi. Adesso il caso Skripal, consumatosi a Salisbury, dove l’uomo viveva da diversi anni. L’ex spia russa, rilasciata da Mosca nel 2010 in cambio di dieci spie “dormienti” fermate dagli Stati Uniti, è stato ritrovato privo di sensi, assieme a sua figlia Yulia, domenica 4 marzo su una panchina della cittadina a sud di Londra. L’inchiesta di Scotland Yard, che il governo sta seguendo da vicino con la ministra dell’Interno Amber Rudd, ha finora accertato che i due sono stati avvelenati con un gas nervino “raro”.

Che la premier ha precisato essere “del tipo” prodotto dai russi. May ha chiarito che i rapporti della Gran Bretagna con la Russia non sono destinati a tornare al livello di “business as usual” e ha annunciato di voler “parlare con gli alleati” della Nato per coordinare le risposte in caso di mancanza di “risposte credibili” da Mosca. In aula molti deputati di tutti i gruppi hanno sollecitato la linea dura, mettendo in guardia contro ogni “appeasement”, catalogando l’attacco di Salisbury come “un atto di terrorismo”. E non sono mancate polemiche contro il leader dell’opposizione laburista Jeremy Corbyn, ‘colpevole’ di aver comunque auspicato una ripresa del “dialogo” con Mosca sui temi di interesse comune. Riferimento al quale May ha risposto dicendo che la linea del governo verso la Russia è di tenere aperti i contatti fin dove possibile, ma restando in guardia.

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