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Striscia La Notizia, l’appello di Fabio (senza Mingo): “Fatemi tornare in tv. Grande Fratello, Isola, va bene tutto, vorrei lavorare”

Fabio De Nunzio cerca un rilancio tv ma intanto è attivo nella presentazione itinerante del suo libro, Sotto il segno della bilancia. “Siamo già al volume tre ed è l’unico libro che parla di discriminazione e barriere architettoniche che le persone obese sono abituate a subire quotidianamente”

di Davide Turrini

Parla, parla, parla. Fabio De Nunzio, l’omone muto, l’umarells di Striscia la notizia, che se n’è stato silenzioso per 18 anni alle spalle del collega Mingo, è un fiume in piena. Scagionato completamente dalla vicenda dei dieci presunti servizi farlocchi, che hanno visto Mingo e la moglie finire rinviati a giudizio dal gup del Tribunale di Bari per reati di truffa, simulazione di reato, falso, calunnia e diffamazione, ora chiede a gran voce un reintegro in tv. Grande Fratello Vip, L’Isola dei Famosi, Iene o perfino Masterchef, “il buon Fabio” non si tira indietro di fronte a nulla. “Ho 52 anni, una moglie e un figlio di 14 anni, oltre ad essere stato scagionato da qualunque accusa, ora dobbiamo pensare al presente e al futuro, scoprire un Fabio diverso da quello ‘osservatore’ che stava dietro a Mingo e non doveva interagire. Chi sa che so parlare? Chi sa tra gli italiani che per 10 anni sono stato speaker radiofonico? Che per 15 anni sono stato capo villaggio nei villaggi turistici dell’Isola d’Elba, della Calabria, della Campania, in Toscana?”, spiega al FQMagazine il personaggio tv lanciato da Canale 5. “Mandammo un provino per caso, in VHS. La gag e l’inquadratura con me dietro era praticamente già quella fin dall’inizio. Poi abbiamo lavorato a Striscia la Notizia per 18 anni registrando e mandando in onda quasi mille servizi. Tra questi, dieci sono finiti in tribunale e i giudici hanno sentenziato. È passato un anno e mezzo. È ora di ricominciare”, racconta De Nunzio.

Per questo l’appello del ritorno sul piccolo schermo si estende all’intera televisione italiana, pubblica e privata, a partire da Antonio Ricci: “Accadrà che primo o poi lo incontrerò e ci riabbracceremo. Mi ha insegnato tanto, è il mio papà televisivo. Attendo che mi chiami”. Ora però il mirino è puntato su Ilary Blasi e il GFVip: “I villaggi turistici sono come la casa del Grande Fratello e io questo lavoro l’ho fatto per anni figuriamoci se non riesco a rimanere nella “casa” per sei mesi, per me è una passeggiata. Sono goliardico. So fare un sacco di scherzi. Posso parlare di 100mila argomenti. So anche cucinare”. Per questo “il buon Fabio” non esclude una stagione dietro i fornelli a Masterchef Vip, “ma anche a Le Iene, in Rai per Nemo, sull’Isola dei famosi. A me non interessa dormire su un letto. Chi ha fatto animazione nei villaggi ha fatto sacrifici fisici enormi: non si dorme, si lavora sotto al sole e a temperature bestiali”.

Fabio De Nunzio è però attivo da mesi nella presentazione itinerante del suo libro, Sotto il segno della bilancia. “Siamo già al volume tre ed è l’unico libro che parla di discriminazione e barriere architettoniche che le persone obese sono abituate a subire quotidianamente”, racconta l’ex inviato. “Una persona magra non può capire di cosa parlo. Quando si entra in banca e si rimane incastrati in quel bussolotto per entrare e c’è la voce metallica che dice ‘si prega di entrare uno alla volta’ o le sedie avvitate per terra in molti locali che non si possono spostare. Io che non sono obeso grave, peso 120 chili, faccio già fatica a salire sugli aerei, ad allacciarmi le cinture. Per non parlare dei cinema o dei teatri. Sui treni ad alta velocità devo prendere i posti in business perché sono le uniche poltroncine larghe. Anche nelle ambulanze le barelle non sono tarate per persone oltre i 180 chili di peso”.

Il bullismo contro gli obesi è poi letteralmente incontrollabile sul web. Per questo quando vado a fare gli incontri nelle scuole e ne parlo ai ragazzi i presidi mi abbracciano”, conclude De Nunzio. “Bisognerebbe agire concretamente da Roma, dal governo per cambiare le cose. Già un senatore 5 Stelle aveva portato i casi di cui vi ho parlato in Senato. Ad ogni modo qualcosa di più immediato che si può fare con i bimbi c’è: una dieta equilibrata e controllata almeno fino alla quinta elementare, incontri con nutrizionisti alle scuole medie, e lasciare aperte le palestre di pomeriggio in modo che le famiglie che fanno fatica ad arrivare a fine mese possono lasciare i loro figli a fare sport gratis. Dimenticavo: eliminare da tutte le scuole i distributori di merendine e bibite, sostituendoli con frutta e verdura freschi. In fondo potrei tornare in tv a condurre un talk su questi temi”.

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