Espulsi per il Movimento 5 stelle, eletti in Parlamento nonostante il ripudio. Sono otto i parlamentari che hanno strappato un posto tra Camera e Senato, nonostante fossero stati cacciati da Luigi Di Maio. Cosa succederà a loro? Fonti del M5s assicurano che si agirà come annunciato: non potranno sedere sui banchi con il Movimento e dovranno procedere con la richiesta di dimissioni per evitare che venga fatta contro di loro una causa per danno d’immagine. A loro era stato chiesto di depositare in Corte d’appello la rinuncia all’elezione, ma non tutti hanno accettato. Quelli che sicuramente continuano per la loro strada sono: Emanuele Dessì, Carlo Martelli, Maurizio Buccarella per il Senato; Andrea Cecconi, Lello Catello, Silvia Benedetti, Antonio Tasso e Salvatore Caiata per la Camera. Un caso a parte è quello della deputata Giulia Sarti: eletta nel collegio uninominale di Rimini, si era autosospesa dal Movimento dopo aver denunciato l’ex fidanzato e collaboratore per aver truccato i rimborsi. I probiviri, come confermato dal fedelissimo e consigliere comunale M5s Massimo Bugani nelle scorse ore, stanno valutando le carte e “molto probabilmente sarà reintegrata”.

CAMERA

  • Andrea Cecconi – Deputato uscente espulso per il caso rimborsopoli, è stato eletto nelle Marche dove ha battuto addirittura l’ex ministro dell’Interno Pd Marco Minniti. Dopo essere scomparso per tutta la campagna elettorale, dopo l’elezione ha rilasciato un’intervista al Resto del Carlino dove ha ribadito di essere pronto a chiedere al Parlamento di votare le sue dimissioni. Ha anche detto che sosterrà il Movimento “da esterno” finché siederà alla Camera.

 

  • Catello Vitiello – E’ l’unico candidato con un passato nella massoneria in lista con i 5 stelle ad essere stato eletto, nonostante fosse stato espulso: ha infatti vinto nel collegio uninominale di Castellammare di Stabia dove ha ottenuto il 46,58% dei voti. Per il momento ha dichiarato all’Adnkronos di voler ricucire con i vertici M5s: “Sono in attesa”, ha dichiarato dopo l’elezione, “di capire che posizione assumeranno i 5 Stelle nei miei confronti, vorrei tanto ricucire con loro. In Parlamento dovrò fare una scelta, che potrebbe essere quella del gruppo Misto. Faccio presente però che ad oggi non mi è stato notificato alcun provvedimento di espulsione. La mia esclusione è avvenuta a mezzo stampa”. Secondo Vitiello, il suo è un “malinteso” e assicura, almeno per ora, che non si presterà al “mercato delle vacche” in Parlamento: “Ogni mia scelta politica sarà orientata al bene del mio territorio”.

 

  • Silvia Benedetti – Deputata uscente espulsa per il caso rimborsopoli, ha sempre negato di aver truccato le ricevute. Eletta nonostante la cacciata dal Movimento, continua con il silenzio stampa. I vertici non hanno più avuto sue notizie e dubitano che sia pronta a dimettersi.

 

  • Antonio Tasso – E’ stato cacciato dal Movimento perché condannato in primo grado, poi prescritto, nel 2007 per aver masterizzato dei Cd. Il giudice gli aveva concesso la non menzione nel casellario giudiziario e per questo motivo lui non lo aveva segnalato allo staff M5s. Una volta scoperto è stato espulso. Nonostante le pressioni, ha già detto prima delle elezioni che si sarebbe rifiutato di dimettersi. Da dopo il 4 marzo non risultano sue dichiarazioni.

 

  • Salvatore Caiata – Il presidente del Potenza Calcio, dopo essere stato presentato come uno dei “volti” e nomi di punta in corsa per i collegi uninominali addirittura da Luigi Di Maio, è stato espulso perché indagato per riciclaggio a Siena. E’ stato eletto a Potenza con 60.706 preferenze (42,7% dei voti). Nei giorni scorsi ha detto di non voler rinunciare al posto: “Ho fiducia affinché la cosa si possa ricomporre velocemente in modo che possa tornare all’interno del Movimento”, ha detto. “Io non ho un’indagine in corso, l’ho avuta, ora è finita”. Caiata sogna di poter risolvere la situazione prima dell’insediamento del Parlamento: “Mi impegnerò a fare quanto ho detto a prescindere dal banco in cui mi siederò, ora non so dire cosa farò”.

SENATO

  • Carlo Martelli – Capolista in Piemonte, è stato eletto anche se era stato espulso per il caso rimborsopoli. Se ai tempi delle polemiche aveva detto di essere pronto a fare un passo indietro, nei giorni scorsi a la Stampa ha dichiarato: “Le dimissioni? Non so ancora cosa farò. È troppo presto e non escludo nessuna soluzione. Ho appena ricevuto l’ufficialità della nomina, quindi mi prenderò del tempo per valutare e decidere: questa è l’unica certezza”.

 

  • Emanuele Dessì – Eletto nel collegio di Latina, l’imprenditore è finito al centro delle polemiche per la casa popolare in affitto a 7 euro e per il video che lo ritrae con Domenico Spada. Dopo che il suo caso era finito su tutti i giornali, aveva accettato di firmare un atto in cui si impegna a rinunciare alla elezione. Poi però c’è stato il voto. “Che bellissima nottata”, ha commentato dopo l’elezione. Ancora non è noto come si comporterà una volta in Parlamento.

 

  • Maurizio Buccarella – Senatore uscente, è stato rieletto a Palazzo Madama per la Puglia. Cacciato per il caso rimborsopoli, ora dice che la sua richiesta di rinuncia alla candidatura è stata rifiutata dalla Corte d’appello: “Ho già firmato due settimane fa una dichiarazione di rinuncia alla proclamazione e all’elezione che Di Maio richiedeva a fronte del l’intenzione di fare causa per danno all’immagine del M5s e l’ho consegnata alla referente territoriale del M5s che l’ha depositata all’ufficio elettorale centrale della corte d’Appello di Bari la quale, evidentemente, non l’ha ritenuta applicabile”. Ha anche detto di voler sostenere il Movimento: “Adesso entro in Senato e non voglio iscrivermi in gruppi diversi dal M5s e pertanto verrò assegnato al gruppo Misto. La mia intenzione è di continuare il lavoro fin qui fatto in Parlamento e sostenere l’azione politica del M5S. Le mie eventuali dimissioni (qualora ritenessi di presentarle) credo non avrebbero comunque senso poiché nella mia circoscrizione non ci sarebbero sostituti che potrebbero subentrare al mio posto perché già tutti eletti”.

 

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