Saranno assegnati in altre regioni i seggi che il Movimento 5 stelle non riesce a coprire in Sicilia, nei listini proporzionali della Camera. Rimarrà invece sub judice lo scranno ottenuto dai pentastellati al Senato ma non assegnato proprio perché sull’isola il movimento di Luigi Di Maio ha eletto tutti i candidati in lista. La soluzione sarà fornita dalla Giunta per le elezioni di Palazzo Madama, che però si insedierà solo dopo la prima seduta del Parlamento, prevista per il prossimo 23 marzo. Sul tavolo ci sono tre opzioni e una sarebbe addirittura surreale: il posto al conquistato dai pentastellati eleggerebbe senatore un candidato di Forza Italia. Il cappotto dei grillini sull’isola, in pratica, ha svelato quello che sembra essere un vero e proprio “buco” del Rosatellum, la legge elettorale utilizzata per la prima volta alle politiche. “Questo dimostra come questa legge è stata scritta male. Anzi malissimo. È una legge scritta con i piedi e partorita solo per fermare noi”, attacca Giancarlo Cancelleri, leader del M5s in Sicilia che per primo si era accorto dell’anomalia legata ai posti in più vinti dai pentastellati nella sua regione. “Quello che è accaduto in Sicilia era previsto nella legge e non c’è nulla di anomalo“, sostiene invece Ettore Rosato, il deputato del Pd che alla legge elettorale ha dato il nome.

Di sicuro c’è solo che il M5s sull’isola è rimasto senza candidati da mandare a Roma. Oltre a tutti i 28 collegi vinti all’uninominale, infatti, i pentastellati hanno eletti anche 25 parlamentari, tra Camera e Senato, nei listini proporzionali. Vuol dire che dei 77 seggi assegnati all’isola, 53 sono stati vinti dai grillini: più di due terzi. Una vittoria schiacciante che però ha creato appunto un problema nei subentri. Alcuni dei 5 stelle eletti nella quota proporzionale hanno vinto il seggio anche all’uninominale. Solo che le liste dei candidati nei vari collegi – che per legge non potevano superare 4 nomi – sono troppo brevi rispetto ai posti realmente ottenuti dai pentastellati. Che in pratica  hanno conquistato 53 seggi ma hanno solo 49 candidati da eleggere. La soluzione? La fornisce la norma che assegna i seggi rimasti vacanti ai candidati della stessa lista ma di un’altra circoscrizione. “I nostri tre posti nel proporzionale alla Camera finiranno ai primi dei non eletti in Piemonte, Lazio e credo Molise“, dice Cancelleri. Con il loro voto, in pratica, i siciliani eleggeranno deputati in altre regioni. “Almeno, però, è un voto che rimane al movimento”, dice l’ex candidato governatore del M5s.

Più complessa, infatti, è la questione del collegio per il Senato della Sicilia orientale, dove Nunzia Catalfo ha vinto l’uninoniminale ma non può lasciare il suo posto al proporzionale a una “riserva“: il M5s, infatti, ha eletto tutti i 4 candidati a Palazzo Madama. In questo caso, però, non si possono “dirottare” i voti altrove: la Costizione, infatti, dice chiaramente che al Senato la rappresentanza viene eletta su base regionale. A decidere cosa fare di quel seggio vacante sarà dunque la giunta per le elezioni del Senato. “Una soluzione potrebbe essere non assegnare quel seggio, come avvenuto dopo il 61 a 0 di Forza Italia alla Camera”, dice Cancelleri riferendosi ai 12 posti rimasti vacanti nel 2001 a Montecitorio. All’orizzonte, però, potrebbe spuntare una soluzione diversa: assegnare quel seggio a Forza Italia, la lista con i resti maggiori in Sicilia che infatti lo rivendica. Praticamente un esponente del partito di Silvio Berlusconi verrebbe eletto grazie ai voti del Movimento 5 stelle. “Sarebbe una situazione surreale e completamente priva di logica – dice Cancelleri –  I siciliani votano noi ma eleggerebbero un berlusconiano”. Un paradosso.

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