“E’ stato opportuno attendere, sicuramente il dato delle regionali del Lazio è che c’è stata da parte di tutti noi nello stesso giorno una straordinaria e bellissima rimonta nel voto”. E’ un Nicola Zingaretti particolarmente galvanizzato, quello che ha annunciato la vittoria del Partito Democratico nelle regionali del Lazio. “E’ un risultato di straordinaria importanza perché avvenuto nello stesso giorno della più devastante sconfitta delle forze di sinistra nella storia della Repubblica“, ha detto il governatore riconfermato per il secondo mandato alla Pisana, nel suo comitato elettorale al Tempio di Adriano a Roma, dove dal pomeriggio i suoi sostenitori hanno atteso i risultati del voto. “La differenza elettorale tra il voto politico e quello delle regionali oscilla in forbice tra 250 e 300mila voti. Per la prima volta i cittadini del Lazio hanno confermato il loro presidente”.

Con quasi 4mila sezioni scrutinate su 5.285, il candidato del centrosinistra è in testa con il 34,01% dei voti, Stefano Parisi segue con 30,29%, Roberta Lombardi del Movimento 5 Stelle con 26,89%. Sergio Pirozzi con il 4,68% dei voti. Un risultato che consegna Zingaretti al secondo mandato, una vittoria importante nella tempesta che travolge il partito di Renzi e, scostandosi dal dibattito nazionale, si avvale dell’apporto anche di Liberi e Uguali, oltre che di Insieme, +Europa, Lista Civica Nicola Zingaretti e Centro Solidale per Zingaretti. Del resto il partito di Pietro Grasso ha scelto di sostenere Zingaretti perché con il suo programma garantiva “una svolta a sinistra”. Fuori dalla coalizione invece la lista Civica Popolare di Beatrice Lorenzin, che ha appoggiato la corsa dell’ex veltroniano Jean-Léonard Touadi. L’unico rischio per Zingaretti bis è quello di una maggioranza debole in consiglio, questo almeno sembrano per ora disegnare i dati.

Parisi e Lombardi hanno inseguito il governatore fino all’ultimo. La candidata pentastellata si è fermata al 27,1%, nonostante il M5s si laurei primo partito della regione un po’ ovunque. “E’ stata una sfida difficile e non ho mai mollato – ha detto la pentastellata in serata – da domani i miei bambini riavranno la loro mamma”. Parisi si attesta al 30,6 %, in crescita nelle ultime settimane sull’onda nazionale. La sua rimonta ha sofferto certamente dell’erosione a destra firmata Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice irremovibile nella sua corsa solitaria. E infatti il candidato del centrodestra taccia il leader dello Scarpone di “non avere senso di responsabilità: se avesse avuto a cuore gli interessi della Regione e non gli interessi di Zingaretti oggi non ci sarebbe partita”. Ma Pirozzi definisce il suo risultato “straordinario” e a Parisi dice “la gente non ti ha votato“.

Zingaretti vince ovunque, a Roma e nel Lazio. Ora si ritrova solo, nel panorama nazionale, a rappresentare un centrosinistra vincente, in una formula estesa – non renziana – che alla luce delle dimissioni del segretario apre, secondo molti osservatori, una partita che potrebbe spingere il neo-governatore-bis verso le porte del Nazareno.

Un episodio significativo del clima che si respira in casa Pd, al Tempio di Adriano, si è verificato durante la diretta della conferenza stampa di Matteo Renzi: alla notizia delle dimissioni data dal segretario, dalla platea di Zingaretti sono partiti applausi subito “strozzati” dal rimprovero dei fedelissimi del governatore uscente.

 

(ha collaborato Vincenzo Bisbiglia)

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