Via libera alla Grosse Koalition e al quarto governo di Frau Angela Merkel. Con il 66% di sì, un risultato molto più largo del previsto, i 463mila iscritti al partito socialdemocratico tedesco si sono espressi a favore dell’accordo di coalizione firmato il 7 febbraio scorso tra l’Unione cristiano democratica e appunto la Spd. Cinque mesi dopo le elezioni del 24 settembre scorso, la Germania avrà di nuovo un governo: il 14 marzo Merkel tornerà per la quarta volta a essere cancelliera. Nel giorno delle elezioni italiane, i mercati europei tirano un primo sospiro di sollievo.

La conta dei voti nella Willy Brandt Haus, la sede socialdemocratica a Berlino, è cominciata sabato sera, quando sono arrivate le buste del voto. Circa 120 volontari hanno lavorato tutta la notte per scrutinarle. Dal 20 febbraio scorso al 2 marzo, giorni nei quali la base Spd ha potuto esprimere il suo pensiero vincolante sulle 177 pagine dell’accordo di coalizione, il dubbio di una possibile vittoria dei contrari si era insinuato sempre di più. Invece a esultare sono i vertici del partito e in primis Andrea Nahles, la giovane leader che ha scommesso sulla Grosse Koaliton e ora si ritroverà a guidare il partito. Sperava in un esito diverso soprattutto l’estrema destra della Afd, sempre in crescita nei sondaggi e pronta a sfruttare il fallimento per raccogliere nuovi consensi in un possibile ritorno alle urne, ora scongiurato.

A uscire sconfitta dalla consultazione è anche l’ala giovane della Spd, gli Jusos, e il loro giovane leader Kevin Kühnert. Il 28enne enfant prodige della politica tedesca che negli ultimi mesi ha conosciuto un boom di popolarità inaspettato, ha guidato la protesta contro la riedizione della Grosse Koalition con lo slogan Tritt ein sag nein – “Entra e di’ di no”. Una campagna contro l’accordo di coalizione che ha comunque portato a 24mila nuove iscrizioni. Il registro degli ammessi alla consultazione è stato chiuso conteggiando le tessere registrate fino al 6 febbraio, proprio come chiesto dai Giovani socialisti: ma l’arruolamento all’ultima ora dei contrari non è comunque bastato per evitare una nuova Groko.

Nonostante l’esito incerto della consultazione, la formazione del Governo Merkel IV era progredita velocemente già nei giorni scorsi. Giovedì pomeriggio i partner della Grosse Koalition si erano incontrati per definire i dettagli della futura struttura del gabinetto e erano state poi definite le due date chiave verso il nuovo esecutivo: Andrea Nahles, futura segretaria della Spd, ha annunciato per il 12 marzo la diffusione della lista dei ministri socialdemocratici. Il 14 marzo sarà invece il giorno della quarta elezione di Frau Merkel a cancelliera da parte del Bundestag.

Il partito cristiano democratica della cancelliera aveva già annunciato la scorsa settimana la squadra dei ministri Cdu che farà parte della terza Grande coalizione. Per mantenere il controllo della grande famiglia democristiana, la ‘Mutti’ ha innanzitutto dato una poltrona al suo avversario interno più pericoloso: il 37enne Jens Spahn, capo dell’ala destra del partito, sarà ministro della Salute. Noto per le sue posizioni conservatrici e per il no alla politica dell’accoglienza targata Merkel, troverà una sponda nel più importante ministro della Csu, il potente partito bavarese da sempre alleato dei cristiano democratici: Horst Seehofer, pronto a sedersi agli Interni.

Le ex delfine Ursula Von Der Leyen e Julia Klöckner sono state invece consolate rispettivamente con la riconferma alla Difesa e con il ministero dell’Agricoltura. Entrambe speravano di succedere ad Angela Merkel alla guida della Cdu, prima che Mutti investisse investisse del compito la sua numero due, Annegret Kramp-Karrenbauer. All’Economia, dicastero che in Germania è meno importante di quello delle Finanze, la cancelliera ha piazzato il suo storico capo di Gabinetto, Peter Altmaier. Infine, al ministero della Cultura ci sarà Monika Grütters, ai rapporti con la cancelleria Helge Braun, mentre all’Istruzione è stata scelta a sorpresa la 46 enne Anja Karliczek.

Secondo l’accordo di coalizione, alla Spd spetta la guida del più importante dicastero, quello delle Finanze appunto. I socialdemocratici non hanno ancora ufficializzato nessun nome, ma è probabile che lì siederà Olaf Scholz, l’attuale segretario ad interim del partito. Al ministero degli Affari esteri, dopo il forfait di Martin Schulz, potrebbe arrivare Heiko Maas, già ministro della Giustizia, oppure la 49enne Katarina Barley. I socialdemocratici dovranno poi indicare chi siederà su altre importanti poltrone: Lavoro, Giustizia, Ambiente e ministero per le Famiglie, le Donne e i Giovani.

Saranno i ruoli da cui la Spd potrà indirizzare la politica della Grosse Koalition, per tentare di convincere la base e il resto degli elettori a tornare a votare a sinistra. Se il rischio di una vittoria del No è stato scongiurato, il partito che si ritroverà in mano Nahles rimane comunque il più debole nella storia della socialdemocrazia tedesca. Il consenso non è mai stato tanto basso da rischiare di far retrocedere la Spd al terzo posto nel panorama politico: i socialdemocratici, infatti, dal 20,5% delle ultime elezioni politiche – già record negativo – secondo alcuni sondaggi sono scesi fino 15,5%, mentre l’Afd, il partito dell’estrema destra, è arrivato fino al 16%. L’Unione ha il doppio dei consensi, mentre salgono fino al 12% anche i Verdi e Linke, la sinistra estrema. Solo i liberali perdono e si collocano all’8%. La Fdp ha pagato l’addio alla coalizione Giamaica, i socialdemocratici sperano che il alla Grosse Koalition possa essere il primo passo verso una rinascita.

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