Astensionismo di protesta: lo chiede l’amministrazione comunale. È la provocazione che parte da Roseto Valfortore, uno dei paesi più piccoli della Puglia, che ha deciso di disertare le urne. Il motivo? Il centro abitato dei Monti Dauni, nell’entroterra foggiano, da anni vive una situazione di semi isolamento a causa delle strade di collegamento distrutte da frane e dalla mancata manutenzione. Il sindaco Lucilla Parisi, stanca di questa situazione ha iniziato da mesi una campagna elettorale al contrario, invitando i suoi cittadini a non andare a votare in segno di protesta. “Per arrivare a Roseto Valfortore ci vuole spesso una raccomandazione in paradiso, sopratutto con ghiaccio e nebbia – racconta Giuseppe, uno dei 1083 rosetani che ha deciso di non varcare la soglia della cabina elettorale – Oggi ancor di più dobbiamo far sentire la nostra protesta proprio perché per anni si sono dimenticati di Roseto e dei Monti Dauni e hanno riscoperto le nostre realtà solo quando sono stati costretti a salire fino a qui per cercare il nostro voto. Sono sicuro – aggiunge – che sulla strada di andata e di ritorno ci avranno anche maledetto non per il nostro diniego ma perché avranno sicuramente rotto qualcosa alle loro belle macchine luccicanti“. Una protesta che vede l’intera amministrazione comunale in prima linea. Sindaco e assessori, sostenuti da parenti, amici e anche dai consiglieri di maggioranza, hanno voluto sfidare la politica nazionale, con un gesto semplice ma carico di significati. Raggiungere Roseto è veramente un’impresa, non solo per le condizioni della strada ma anche per l’assenza di ogni requisito di sicurezza, come segnali di pericolo e segnaletica orizzontale. Su una delle strade di collegamento con il versante campano hanno utilizzato dei massi con del cartone per segnalare frane e buche. Sull’altra invece, quella che collega il paese a Foggia, la frana consuma giorno dopo giorno interi tratti di carreggiata.

Ma la protesta di Roseto Valfortore non è limitata solo all’isolamento fisico ma abbraccia temi e problematiche comuni ai paesini. Risorse idriche su cui speculare e consorzi per la gestione dei rifiuti diventano ostacoli insormontabili per una realtà piccola. Tra i motivi della protesta anche l’assenza di servizi fondamentali come il recapito della posta, effettuato a giorni alterni. Anche leggere un giornale diventa un traguardo, visto che da anni i distributori dei quotidiani paventano la sospensione del servizio. “Non è solo la viabilità il problema – spiega Lucilla Parisi, sindaco di Roseto Valfortore – le nostre realtà sono alla canna del gas per colpa di una politica che non ci considera. La nostra scelta di astenerci dal voto, nasce dal problema della viabilità di collegamento con Roseto, ma si amplifica toccando altre questioni, poiché la strada è solo la punta dell’iceberg. Ci stanno massacrando come piccoli comuni. Dove finisce il problema viabilità, iniziano altre battaglie come quella dell’Aro e dell’idrico. In quest’angolo di Puglia – denuncia – saremo costretti a gestire rifiuti e acqua potabile con lo stesso trattamento delle grandi realtà che a nostra differenza sono supportate da numeri e da una maggiore capacità su cui spalmare la spesa. Dovrò dire ai miei cittadini di pagare la tariffa rifiuti e acqua potabile più del doppio – aggiunge – e tutto questo non è assolutamente giusto ed equo, se si prende in considerazione che sul piano idrico Roseto ha sorgenti proprie ed è autonoma, mentre sulla raccolta rifiuti e differenziata siamo tra i comuni più virtuosi della regione Puglia. Oggi vediamo vanificare tutti gli sforzi con l’accorpamento ad altre realtà – continua il sindaco – e con il vertiginoso aumento della tassa. I cittadini saranno liberi di fare le proprie scelte secondo coscienza, ma non possiamo essere ciechi davanti a questi continui attentati alla salvaguardia della nostra comunità. Per queste ragioni – conclude – lascerò nel cassetto il mio certificato elettorale e con me tanti rosetani che sono stanchi di subire“.

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