Tra tutti i candidati delle 34 liste ammesse alle elezioni politiche del 4 marzo, solo in 375 hanno aderito alla campagna #CandidatiTrasparenti promossa da Riparte il futuro. Un risultato molto distante da quello raggiunto nel 2013, quando furono quasi in 900 aspiranti parlamentari (388 dei quali poi eletti) a mettere a disposizione dei cittadini le proprie informazioni personali sul portale dedicato: il curriculum, lo status giudiziario, l’autodichiarazione su potenziali conflitti d’interessi, la situazione patrimoniale e le fonti di finanziamento alla campagna elettorale.

“Questo dato fotografa perfettamente quanto denunciato da Raffaele Cantone. La lotta alla corruzione non è stato un tema caldo al centro della campagna elettorale. Anzi, sembra proprio che sia uscita dai radar dei programmi e del dibattito di questi giorni, come se non rappresentasse una vera e propria emergenza e non fosse una delle principali preoccupazioni dei cittadini che si apprestano a votare”, spiega Federico Anghelé, responsabile relazioni istituzionali di Riparte il futuro,

Dai cittadini però, sono arrivate oltre 45mila firme alla petizione lanciata dall’associazione per chiedere al prossimo governo di varare una legge sulla trasparenza delle candidature: segno che il tema è molto sentito tra gli elettori. Senza considerare i 146 tra indagati e condannati e i 39 voltagabbana in corsa a questa tornata elettorale, contati dal fattoquotidiano.it tra le fila dei vari partiti.

Tutti i dati condivisi dai candidati sono a disposizione degli elettori che possono consultare le schede dei candidati caricate sul portale di Riparte il futuro: informazioni importanti per un voto più consapevole viste le “trappole” dell’attuale legge elettorale.

Il partito con più candidati trasparenti è il Movimento 5 Stelle, con 133 aspiranti parlamentari (il 23% di quelli in lista per un seggio): tra loro ci sono anche il leader Luigi Di Maio, Vito Crimi e Laura Castelli. Segue Liberi e Uguali, con 91 registrazioni (il 16%), inclusa quelle di Pietro Grasso, Laura Boldrini, Giuseppe Civati e Miguel Gotor. Al terzo posto c’è il Pd, con 75 registrazioni, capitanate da due donne: Deborah Serracchiani e il ministro Marianna Madia. Solo 12 invece, i candidati della coalizione di centrodestra: 10 di Fratelli d’Italia (tra cui Giorgia Meloni) e uno rispettivamente per Lega e Forza Italia.

Per quanto riguarda la suddivisione per regione, la Lombardia totalizza il maggior numero di candidati trasparenti (63), ma è pur sempre quella con il maggior numero di aspiranti parlamentari. Al Sud si distingue la Campania (31), che ha avuto un gran numero di adesioni soprattutto negli ultimi giorni di campagna. Più in generale arriva prima l’Italia settentrionale (223), che ha un numero di adesioni molto superiore alla somma di Centro e Meridione (76 ciascuno).

“La pubblicazione, qualche giorno fa, del nuovo Indice di percezione della corruzione di Transparency International , ha mostrato segnali di miglioramento per l’Italia, indicando però che la strada da percorrere è ancora molto lunga prima di raggiungere valori simili a quelli dei nostri competitor europei. Anche per questo non è il momento di tirare i remi in barca credendo che il più sia stato fatto. Ringraziamo tutti quei candidati che hanno scelto di aderire alla campagna, dando prova di considerare la trasparenza una priorità, proprio perché grazie alla trasparenza è possibile prevenire corruzione e illegalità“, prosegue Federico Anghelé. Che poi cita Luigi Einaudi: “Conoscere per deliberare, insegnava. Noi cerchiamo di applicare questo insegnamento del grande statista per porre al centro il cittadino decisore con il suo voto”.

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