A gennaio la disoccupazione è lievemente aumentata rispetto al mese precedente, risalendo all’11,1% (+0,2%). E a crescere – come ormai da tempo – sono solo i contratti a termine, mentre calano quelli stabili e gli indipendenti. I dipendenti precari sono saliti al livello più alto mai toccato, 2,91 milioni: 409mila in più rispetto a un anno fa. Cala però il tasso dei senza lavoro nella fascia dei giovani tra i 15 e i 24 anni: è al 31,5%. E’ quanto emerge dalle stime provvisorie dell’Istat sul mercato del lavoro. Il tasso di occupazione è salito al 58,1%, in aumento di 0,1 punti percentuali su dicembre, ma grazie all’incidenza dei contratti a tempo (409mila) contro un calo di 62mila di quelli a tempo indeterminato. L’aumento dell’occupazione, spiega l’istituto di statistica, è dovuto alle donne e, con riferimento all’età, dalla forte crescita dei giovani e da quella più lieve degli ultracinquantenni, a fronte di un calo tra gli uomini e nelle classi di età centrali tra 25 e 49 anni. Torna a crescere il dato di chi cerca occupazione (+2,3%, +64mila) dopo cinque mesi consecutivi di calo.

Su base annua si conferma l’aumento degli occupati, che sono 156mila in più (+0,7%), determinato esclusivamente dalle donne. Crescono, avverte l’istituto, in misura consistente i dipendenti a tempo determinato, mentre calano i permanenti e gli indipendenti. In particolare la crescita si concentra solo tra i lavoratori a termine (+409mila) mentre calano gli indipendenti (-191mila) e i permanenti (-62mila). I dipendenti a termine toccano i 2,9 milioni, aggiornando il record assoluto.

La disoccupazione giovanile cala a 31,5%
Il tasso di disoccupazione dei giovani, cioè la quota di 15-24enni disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è pari al 31,5%, in calo di 1,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di ben 6 punti rispetto a un anno prima. Il dato segna il minimo dal 2001, quando era pari al 31,2%. Tenendo conto anche dei giovani inattivi, l’incidenza dei disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è invece pari all’8,4% (cioè meno di un giovane su 10 è disoccupato), stabile rispetto a dicembre. Il tasso di occupazione dei 15-24enni cresce di un punto percentuale, mentre quello di inattività cala di 1,1 punti.


Le donne: record storico per il tasso di occupazione. Ma ancora lontano dalla media Ue
A trainare in positivo la situazione è anche una categoria a sorpresa: dalla rilevazione emerge il record storico segnato dall’occupazione femminle che sale al 49,3%, effetto di un calo del tasso di inattività delle donne al 43,7, anche in questo caso un minimo assoluto. Il tasso di occupazione delle donne, avverte però Istat, resta comunque di quasi 20 punti percentuali inferiore a quello degli uomini (67%). Ed è molto distante dalla media Ue, che è oltre il 62 per cento.

Le reazioni: male, anzi no
In una nota il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, commenta positivamente i dati sottolineando che rispetto a febbraio 2014 si registrano quasi 900.000 occupati in più. Secondo il ministero dell’Economia “una lettura completa del quadro occupazione deve includere le dinamiche del lavoro autonomo, che spesso negli anni della crisi hanno nascosto forme di precariato: il rapporto tra lavoratori indipendenti e lavoratori dipendenti a gennaio 2018 è pari al 29,6%. Si tratta del minimo storico, circa 10 punti percentuali in meno rispetto all’inizio delle serie storiche”. Il Codacons parla invece di “brutte notizie”. “Se confrontiamo i numeri attuali sulla disoccupazione con il periodo pre-crisi, i risultati sono devastanti”, dice il presidente Carlo Rienzi. “Il tasso di disoccupazione è passato infatti dal 6,1% del 2007 all’11,1% di gennaio 2018, con il numero di cittadini senza occupazione che è variato da 1.506.000 del 2007 a 2.882.000 di gennaio, ossia 1.376.000 disoccupati in più in 11 anni”.

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