Renzi dice che “avremmo dovuto votare sì al referendum sulle trivelle due anni fa”. Questa è una fake news. È la frase che accompagna una delle false immagini elettorali di sette tra i principali leader politici e che Greenpeace ha fatto circolare sui social network. Da Silvio Berlusconi a Luigi Di Maio, ognuno di loro pronuncia (falsamente) frasi con messaggi molto ambientalisti. Un cambio di rotta? Niente affatto. È una campagna di comunicazione, com’è chiaro dal disclaimer “questa è una fake news”, con cui Greenpeace ha voluto sottolineare come il tema della tutela dell’ambiente sia tra i grandi assenti della campagna elettorale ormai agli sgoccioli. L’associazione ambientalista ha scelto i volti di Silvio Berlusconi, Emma Bonino, Luigi Di Maio, Pietro Grasso, Giorgia Meloni, Matteo Renzi e Matteo Salvini per far dire loro alcune delle cose che non abbiamo sentito e che non sentiremo in questa campagna elettorale ormai agli sgoccioli. “L’ambiente non compare tra i temi di cui dibattono i candidati alle prossime elezioni politiche in Italia, eppure è un tema cruciale dato che la qualità dell’aria nelle nostre città è tra le peggiori d’Europa e gli effetti dei cambiamenti climatici sono già evidenti” ha dichiarato Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia.

RENZI – Più che una fake news è pura fantascienza. Nel manifesto elettorale del segretario del Pd Matteo Renzi, Greenpeace fa pronunciare l’impronunciabile all’ex premier: “Due anni fa avremmo dovuto votare sì al referendum per dire ‘ciaone’ alle trivelle”. In realtà la posizione di Renzi è ben nota, mentre Greenpeace ricorda che “il mancato raggiungimento del quorum ha lasciato libertà di azione alle trivelle petrolifere nei nostri mari e lanciato un pessimo segnale, con un governo che ha incitato i cittadini a disinteressarsi di ambiente e energia”.

BERLUSCONI – Nell’immagine elettorale del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, quella finta, campeggia la frase: “Nei primi tre anni di governo raddoppieremo le rinnovabili in Italia. Energia pulita per tutti!”. In realtà nel programma del centrodestra un cenno al sostegno alle rinnovabili c’è, ma di certo non è un argomento prioritario dato che nelle ultime settimane non se ne è parlato proprio. Questo mentre Greenpeace ritiene ancora insufficienti i passi fatti finora dall’Italia. “Non è vero – dice l’associazione ambientalista – che l’Italia è ai primi posti in Europa per le fonti rinnovabili e che ha già raggiunto gli obiettivi europei fissati per il 2020. È solo un trucco statistico: negli ultimi anni l’Italia ha il record della peggior performance nello sviluppo delle rinnovabili e ha aumentato la quota di energia prodotta da fossili”.

DI MAIO – Nella campagna di Greenpeace, l’immagine del leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio è accompagnata da una promessa chiara: “Stop diesel entro il 2021! Non vogliamo che l’aria delle città italiane diventi irrespirabile come a Roma e Torino”. In realtà non c’è stato alcun cenno alla lotta ai motori diesel, nonostante “la qualità dell’aria nelle nostre città è tra le peggiori d’Europa (oltre 90mila morti premature in un anno)” ricorda Greenpeace, secondo cui “bisognerebbe eliminare presto i diesel e ogni tipo di motore a combustibile fossile entro il 2021”. C’è da aggiungere, però, che Di Maio ha indicato come possibile futuro ministro dell’Ambiente in un governo 5 stelle Sergio Costa, generale di brigata dell’Arma dei carabinieri, “un uomo che ha lottato contro chi avvelenava e faceva morire di tumore le popolazioni della terra dei fuochi”.

SALVINI – Acqua pulita per gli italiani” chiede nel manifesto targato Greenpeace il leader della Lega Matteo Salvini. E ancora: “Non come quella inquinata, bevuta in Veneto per anni”. Le parole non sono quelle pronunciate da Salvini, ma è vero che, ricorda l’associazione ambientalista “sono da 350 a 800mila i cittadini del Veneto minacciati dall’inquinamento da Pfas” mentre “solo da poco e grazie alle pressioni dei cittadini e delle associazioni, si sono ridotti i limiti di queste pericolose sostanze nelle acque potabili e ancora non esiste nessun inventario pubblico delle fonti dell’inquinamento”.

BONINO – Fake news è anche quella che riguarda Emma Bonino, leader di +Europa e i trattati Ttip e Ceta. “Ci opponiamo a trattati come Ttip e Ceta, un regalo per le grandi multinazionali americane” recita il finto manifesto elettorale. Greenpeace non ci spera: “Abbiamo scarse possibilità di sentire in campagna elettorale impegni chiari contro la ratifica di accordi commerciali come il Ttip e Ceta, che minano i nostri standard sulla sicurezza degli alimenti e la qualità delle produzioni agricole”.

GRASSO – “Basta con l’energia fossile!”. Così Greenpeace fa pronunciare a Pietro Grasso (LeU) queste parole: “Non consentiremo che l’Italia diventi il gasdotto d’Europa”. A dire il vero Grasso ha parlato di ambiente e dell’assenza dell’argomento nella campagna elettorale nel suo complesso. Nel programma di Liberi e Uguali c’è un ‘Grande Piano Verde’, mentre tra i candidati sui social – ha ricordato Grasso – “ci sono tanti ambientalisti a partire dall’ex presidente di Legambiente Rossella Muroni”. Tra gli obiettivi quello di investire “in programmi di efficientamento energetico, liberando le energie rinnovabili dalle norme fossili che le imbrigliano e permettendo così alle imprese di guadagnare in competitività e alle famiglie di liberare risorse per altri consumi e investimenti”. Di contro, secondo Greenpeace “la nostra Strategia Energetica Nazionale (SEN) prevede di fare dell’Italia un hub del gas, che dovrebbe essere usato anche per i trasporti terrestri. Almeno l’80 per cento di questo gas verrebbe dall’estero, alla faccia dell’indipendenza energetica”.

MELONI – “Vieteremo la plastica usa e getta. L’inquinamento sta distruggendo la tradizione dei nostri mari”. Ecco una fake news anche per la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. E a riguardo, l’associazione ambientalista ricorda: “Siamo nel Mediterraneo, il Paese con la maggior produzione pro-capite di rifiuti di plastica (2,3 chilogrammi a persona al giorno, secondo l’Unep)”. A parte iniziative spot, non esiste nessuna strategia che mira a diminuire la produzione di rifiuti di plastica: “Riciclare di più è importante, ma non basterà mai!”.

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