Fronte Instagram, continua la guerra agli spioni digitali. Dopo le falle nelle Stories con ben quattro modi per aggirare la nuova funzione che avrebbe dovuto impedire di “rubare” le storie all’insaputa degli utenti, il social introduce una nuova feature nelle chat Direct che può agire da nuovo scudo alla privacy. Certo è una mezza salvezza, le chat con amici sono conversazioni chiaramente più controllate e sicure, non ci sono sconosciuti che visualizzano un contenuto e lo rubano anonimamente. Ma questa funzione, oltre a personalizzare ancora di più l’applicazione, appare un ottimo deterrente contro un uso scorretto e immorale di contenuti personali. C’è una nuova piccola arma in più nelle mani degli Instagrammers per sabotare i piani dei furbetti digitali, insomma. Il social media ha introdotto la funzione replay per i contenuti inviati nelle chat con altri amici.

Ora ogni utente potrà scegliere quanta libertà concedere agli altri per interagire con i contenuti volontariamente inviati. Appena si proverà a condividere una foto o un video nella Direct, appariranno tre opzioni: si potrà decidere se lasciar riprodurre all’amico un contenuto per un limitato periodo di tempo, se conservarlo nella chat e renderlo così visibile per sempre oppure se lasciarlo visualizzare una volta sola. Quest’ultima feature, contrassegnata dall’icona di una bomba pronta ad esplodere, esemplifica efficacemente la sua natura di “arma” contro i ladruncoli social. Scegliendo tale modalità di condivisione l’immagine o il video saranno visibili per un tempo limitatissimo e il conto alla rovescia apparirà come una sorta di miccia innescata, in alto sopra la foto.L’amico, dall’altra parte del telefono, tendenzialmente non si aspetta l’arrivo di un contenuto multimediale. Non appena lo aprirà, la miccia si accenderà e andrà così in fretta da non lasciar tempo a chi visualizza di fare prendere un altro telefono per fare una foto allo schermo. Né tanto meno di fare uno screenshot, che verrebbe comunque segnalato al proprietario.

Privacy salva. Sì, quanto meno nelle Direct. Ma nonostante gli aggiornamenti, le Stories rimangono tesori senza cassaforte. L’ultimo aggiornamento avrebbe dovuto contrastare i “furti” di ciò che un amico o un utente condivide nelle sue Stories, ma anche qui i trucchetti non mancano. Le Storie hanno nella durata di sole 24 ore la propria peculiarità, una condivisione cenerentoliana dunque, ripetibile all’infinito fino allo scoccare dell’ora x: l’unico modo per ingannare il tempo era fare uno screenshot, un’istantanea dello schermo del telefono per salvare una vera foto nel rullino fotografico. Il tutto all’insaputa del proprietario. Instagram, tuttavia, ha deciso di mettere fine al giochetto con un “allarme” che segnala il furto. Come funziona? Quando viene visualizzata una storia e si tenta di fare uno screenshot, Instagram invia prima un avvertimento, un pop-up che ammonisce: “La prossima volta che acquisirai uno screenshot, la persona che ha pubblicato la storia potrà vederlo». Al secondo tentativo, ecco che scatta l’allarme. Il furbetto viene segnalato al proprietario della storia non con una notifica ma con l’icona di un obiettivo stilizzato accanto al nome del ladruncolo nella lista delle visualizzazioni della Story. Beccato? Quasi. Perché esistono già quattro modi per aggirare questo sistema.

Modalità aereo. Il metodo più facile è inserire la modalità aereo sul proprio smartphone, che di fatto isola il dispositivo dalla rete mobile e internet rendendolo “invisibile” agli altri.

Computer. È possibile fare uno screenshot silenzioso accedendo ad Instagram dal pc, che non “parla” con il proprietario della Storia.

Applicazioni di terzi. Sui vari store (Google Play store o Apple Store) sono disponibili app che permettono di scaricare storie in modo assolutamente anonimo.

Usare un altro telefono. Metodo forse più rudimentale ma ugualmente efficace è quello di servirsi del telefono di un amico. Basta inquadrare la Storia tanto agognata, fotografarla o riprenderla con la fotocamera dell’altro smartphone e il gioco è fatto.

Facile, vero? Così sembra. Ma come diceva qualcuno, da grandi poteri derivano grandi responsabilità.

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