Dopo tre giorni di digiuno, l’Italia torna a gioire alle Olimpiadi di Pyeongchang. Merito delle staffette azzurre di short track e biathlon. Arianna Fontana e compagne hanno conquistato l’argento in una finale rocambolesca con cadute, penalità e minuti di attesa dopo il traguardo per avere l’ordine d’arrivo ufficiale. La staffetta mista del biathlon azzurro è arrivata invece terza, battendo la Germania, mostro sacro della specialità. Diventano così otto le medaglie azzurre in questi Giochi invernali: due ori, due argenti e quattro bronzi.
L’argento dello short track – Dopo essersi qualificata alla finale a quattro battendo l’Olanda, l’Italia ha scelto di mettere sul ghiaccio una gara attendista contro le più accreditate Canada, Cina e Corea del Sud. I pronostici davano le azzurre come spacciate, ma nello short track può succedere di tutto. E infatti di tutto è successo. Insieme a Fontana, Martina Valcepina, Cecilia Maffei e Lucia Peretti si sono mantenute sempre in ultima posizione proprio per restare fuori da problemi e scaramucce, ma sempre incollate al treno che portava alle medaglie. La prima svolta al momento di un cambio tra Maffei e Peretti: cade la canadese. La nostra azzurra rimane coinvolta, deve allargare la traiettoria, è in bilico ma riesce a ritrovare l’equilibrio sul ghiaccio e involarsi verso un terzo posto sicuro. Ormai è troppa la distanza da Cina e Corea del Sud che si possono giocare l’oro: vincono in volata le padrone di case. Le azzurre sono tranquille, per loro apparentemente è bronzo sicuro. Ma la comunicazione dell’ordine d’arrivo ufficiale non arriva. Passano i minuti, gli arbitri sono tutti intorno ai monitor a guardare e riguardare i replay dei momenti clou della gara. Poi il secondo colpo di scena: cinesi squalificate insieme al Canada. La Corea è oro, terzo posto all’Olanda vincitrice della Finale B, mentre Arianna e compagne possono festeggiare l’argento. Per Fontana è la seconda medaglia in Corea del Sud dopo l’oro nei 500 metri, la settima complessiva: raggiunge un mito dello sci di fondo come Manuela Di Centa. Avrà ancora un’ultima possibilità, essendosi anche qualificata per la fase finale dei 1000 metri. E dopo i bronzi di Torino 2006 e Sochi 2014, l’Italia femminile conferma di essere una delle potenze mondiali dello short track.
Il bronzo del biathlon – È stato ancora una volta Dominik Windisch a tagliare il traguardo per terzo e regalare all’Italia un altro bronzo, dopo quello conquistato nella gara sprint. Questa volta però deve dividere il merito con il compagno Lukas Hofer e con le compagne Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi. Gli azzurri hanno battuto i colossi tedeschi, terminando dietro a Francia (quinto oro per la leggenda Martin Fourcade) e Norvegia. Gran merito della grande prova degli azzurri va alla prima frazionista, Lisa Vittozzi. La 23enne di Pieve di Cadore non ha commesso nessun errore al poligono, arrivando al cambio con Wierer davanti a tutte, inseguita a qualche secondo dalla Germania. Dorothea, dopo le delusioni individuali, ha commesso ancora tre errori al tiro ma ha difeso la sua seconda posizione. Poi è toccato agli uomini, con un grande Lukas Hofer quasi perfetto al poligono (un errore) e rimasto secondo a mezzo minuto di distanza dalla Germania. Nel frattempo da dietro però sono arrivate Francia e Norvegia. Quando Dominik Windisch ha preso in mano il destino della staffetta ha seguito sapientemente Fourcade e Svendsen nella loro rimonta al tedesco Peiffer. Un errore al primo poligono e due al secondo gli hanno impedito di giocarsi l’oro, ma grazie alla velocità sugli sci e al blackout del suo avversario, Dominik ha raggiunto Peiffer. Il resto lo ha fatto una splendida volata.
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