“Gli elettori possono votare tranquillamente il M5s” perché non solo i candidati che si sono rivelati massoni ma anche “coloro che non hanno rispettato il patto delle donazioni e che sono candidati, gli sarà chiesto di rinunciare alla proclamazione andando alla Corte d’Appello“. Lo ha annunciato il candidato premier M5s Luigi Di Maio in un video su Facebook. “Devo chiedere anche agli altri partiti di fare altrettanto: quelli del Pd e del centrodestra chiedano ai candidati impresentabili di rinunciare alla proclamazione”, aggiunge Di Maio.

Nei giorni scorsi l’M5s ha chiesto ai propri rappresentati risultati “indegni” di firmare un atto di rinuncia all’elezione, ma giovedì sera a Piazza pulita il giurista e costituzionalista Michele Ainis ha ricordato che non è una soluzione perché quella dichiarazione è un mero atto tra privati e in ogni caso le dimissioni devono poi essere votate dal Parlamento e possono essere respinte, come accaduto più volte al senatore Giuseppe Vacciano. In compenso, come Ainis spiega nel dettaglio su Repubblica, c’è una strada più diretta: i candidati che hanno mentito sulle restituzioni al Fondo per il microcredito “possono togliersi di mezzo anche domani, rinunciando alla candidatura”. Ed è quello che ora Di Mario intende chiedere.

Il fatto che “a liste chiuse la candidatura diventi irrinunciabile è una fake news messa in giro non dai pentastellati bensì dai loro avversari”, ha chiarito Ainis. “La smentita si trova nero su bianco nella legge che disciplina le elezioni, basta allungare l’occhio fra i suoi commi”. L’articolo 22 del testo unico delle leggi elettorali, modificato dal Rosatellum, disciplina infatti la modifica della composizione delle liste da parte dell’Ufficio centrale circoscrizionale “a seguito di eventuale rinuncia”: in quel caso si verifica “un effetto di slittamento verso l’alto di tutta la lista, facendo diventare nuovo capolista il secondo candidato”.

La facoltà di rinunciare peraltro non ha un termine: può essere esercitata “fino alla conclusione di tutti gli adempimenti dell’Ufficio centrale circoscrizionale”. E’ sufficiente che il rinunciante, scrive Ainis, “usi le medesime formalità osservate per l’accettazione della candidatura; perciò va bene anche la dichiarazione autenticata da un notaio, purché non rimanga nei cassetti dei cassetti dello studio notarile”. Occorre infatti presentarla “alla cancelleria della Corte d’Appello o del Tribunale del capoluogo della regione”. Morale, secondo il costituzionalista: se i “reprobi del Movimento” lo vogliono, “possono togliersi di mezzo anche domani. Se non lo fanno, smettano d’incolpare le maglie troppo strette della legge”. Giovedì sera l’esponente M5S Paola Taverna ha assicurato: “Ci adopereremo, Di Maio sarà ben felice di farlo”.

 

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