Mettiamo dietro la lavagna gli insegnanti peggiori. Il Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità, dopo l’appello contro il declino dell’italiano, torna a farsi sentire proponendo un documento che chiede al ministero di intervenire senza se e senza ma sui docenti che compiono gravi atti nei confronti degli allievi ma anche su quelli che non sanno fare il loro mestiere. Sul tavolo della ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli nei giorni scorsi è arrivato il vademecum firmato dal Gruppo con nove punti che vanno dall’esonero dall’insegnamento per i casi di incapacità professionale, alla penalizzazione del punteggio in graduatoria come sanzione, alla richiesta di un “esercito” di ispettori da inviare negli istituti.

“Il modo più giusto e più utile per la scuola – spiegano gli estensori del documento – di riconoscere il merito consiste nel sanzionare il demerito. La strategia finora scelta in tema di valutazione di premiare i migliori senza avere il coraggio di intervenire sui peggiori è sbagliata”. Ecco quindi le “possibili linee di intervento” per punire i docenti che non sono all’altezza.

Il Gruppo di Firenze vorrebbe “un quadro attendibile del numero dei docenti inadeguati ma anche dei dirigenti”, andando a scovare non solo “chi ha avuto gravi o ripetuti comportamenti scorretti incompatibili con la tutela degli studenti” ma anche chi “è gravemente deficitario quanto a capacità”. Per quest’ultimi dovrebbe scattare l’esonero dall’insegnamento con “assegnazione ad altro ruolo”. Chi finirebbe “in castigo” potrebbe tornare ad insegnare ma “dopo un percorso formativo ad hoc, al termine del quale affrontare una nuova valutazione”. Tra i punti proposti vi è anche un richiamo agli uffici scolastici periferici, che “dovrebbero ricevere istruzioni che spingano ad una maggiore severità e a garantire ai dirigenti più sostegno per la stesura dei provvedimenti”. Ma non basta: “Bisogna fare in modo – scrivono i professori toscani – che l’Avvocatura dello Stato sostenga i presidi che devono affrontare dei processi”.

Nessuna clemenza per chi compie mancanze disciplinari gravi di cui le amministrazioni scolastiche abbiano acquisito le prove: “Il procedimento disciplinare va aperto e la sanzione disciplinare va adottata immediatamente senza attendere l’esito dell’eventuale procedimento penale”. A tutto questo si aggiungono le richieste di prevedere altre sanzioni minori oltre a quelle esistenti e l’obbligo di trasmettere il fascicolo disciplinare anche dei supplenti.

“Oggi – spiega Giorgio Ragazzini a nome del Gruppo – c’è una larghissima impunità. Abbiamo raccolto una sequenza di casi che fanno rabbrividire. La via crucis che un preside intraprende per prendere provvedimenti disciplinari è infinita. Mandare ad altro ruolo un docente è possibile solo in presenza di casi psichiatrici, ma questo provvedimento andrebbe esteso anche agli incapaci per non danneggiare i ragazzi. I genitori si lamentano ma nessuno fa qualcosa. In Inghilterra ci sono tre mila ispettori; in Italia un centinaio circa. In Toscana per lungo tempo ne abbiamo avuto solo uno. Che poteva fare?”.

Il Gruppo di Firenze punta gli occhi anche sui presidi: “Va fatta un’indagine interna tra i dirigenti. Ce ne sono una marea non all’altezza del loro ruolo e per certi versi fanno un danno maggiore dei docenti perché fanno funzionare male un’intera scuola. Se gli uffici scolastici regionali fossero seri sarebbe utile”.

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