Sanremo 2018, terzo atto. Claudio Baglioni apre la terza serata del Festival con uno dei suoi cavalli di battaglia: Via. L’Ariston impazzisce e le sue casse SIAE ringraziano. Questa sera continua la gara delle Nuove Proposte: inizia Mudimbi. Il Mago funziona ed è sicuramente in lizza per la vittoria finale. Lo segue Eva, ex X Factor e con una grande esperienza live: sa tenere il palco. Ultimo è sicuro di sé: piace alle ragazzine, ha testi profondi e un atteggiamento giusto. A prescindere dall’eventuale vittoria, ha già trionfato. Chiude l’infornata di giovani Leonardo Maniero. Senza infamia e senza lode.

Michelle scherza sulla foto “monociglio” di Favino, ma è già tempo di scoprire cosa ha votato la giuria demoscopica nella “non classifica” (è solo un’indicazione): primo Mudimbi, dietro Ultimo, Eva e Leonardo Monteiro. Quindi finisce “Sanremo Start” e inizia il Festival vero e proprio con Giovanni Caccamo e la sua Eterno. Il buon siciliano quest’anno si gioca il podio con un bel brano che con l’orchestra viene esaltato alla massima potenza. E vogliamo parlare de Lo Stato Sociale? Sono i veri outsider di questa edizione: la loro Una vita in vacanza è davvero convincente. E poi sono già tutti pazzi della “vecchia che balla”, la nuova scimmia di Gabbani. La band bolognese sale sul palco con appuntati sul petto i nomi dei cinque metalmeccanici dallo stabilimento Fiat-FCA di Pomigliano che dal 2016 sono regolarmente pagati ma lasciati a casa nonostante il giudice li abbia reintegrati al lavoro.

Baglioni viene interrotto da un’ospite a sorpresa (molto molto gradita) che non era stata annunciata: è Virginia Raffaele. E’ seduta in platea e sale sul palco con la sua faccia e non quella di qualcun altro. “Quest’anno me lo volevo vedere tranquilla da qui, scusatemi se vi ho interrotti. Tanto finirete alle 2 no? Mi appisolerò fra le braccia di Orfeo. Ci sono più milf quest’anno all’Ariston che alle terme di Saturnia”, scherza. Quindi soffia sul “ciuffetto” di Baglioni. Intervento debole. Quando fa le voci degli altri già meglio. Imita la Vanoni e “fa spaccare”. Poi fa per la prima volta la voce di Michelle: le battute ottime  (“Mi manca Tomaso come a lui manca una “m””), il timbro vocale sembra quello di Belen.

Il buon Claudio, preso in giro per la sua età, cerca poi di convincerla a cantare con lui. “Ma tu non fai il mio lavoro e io non faccio il tuo”, rivendica Virginia. Colpo di teatro di Baglioni: comincia a imitare la Raffaele che imita la Rodriguez. Il risultato è davvero esilarante: bisognava aspettare la terza serata per conoscere la parte divertente del nostro caro dittatore artistico? L’intervento di Virginia, che era iniziato un po’ moscio, si riprende sul finale con Canto anche se sono stonata.

I Negramaro tornano a Sanremo tredici anni dopo la loro prima (e unica) volta: nel 2005 erano in gara fra le Nuove Proposte con Mentre tutto scorre e vennero esclusi al primo giro. Stasera iniziano la loro esibizione proprio con la canzone allora esclusa, poi propongono il singolo La prima volta e duettano con Baglioni sulle note di Poster. Per carità, è tutto molto bello e sono canzoni amate da tutti: ma così il repertorio di Baglioni sembra una tassa.

Luca Barbarossa con il romanesco di Passame er sale fa il suo. Enzo Avitabile e Peppe Servillo, invece, si distinguono per classe ed eleganza: non saranno radiofonici o conosciuti dai giovani, ma portano qualità. Intanto spazio a Pierfrancesco Favino, ormai uno e trino in questo Festival: ora fa pure l’imitatore. Con il jeans a vita alta e il dolcevita nero veste Steve Jobs con la traduzione in simultanea di Rolando Ravello, già nel cast del DopoFestival. Il nostro Jobs lancia un nuovo prodotto: il Baglion-One.

Max Gazzè canta La leggenda di Cristalda e Pizzomunno e ci allieta la serata. “Con chi duetterai domani?”, gli chiede la Hunziker. “Con i Kiss“, scherza lui. Esilarante. Quindi arrivano i “fratelloni” (tra loro si chiamano così) Roby Facchinetti e Riccardo Fogli con Il segreto del tempo e i loro vocalizzi entusiasti. Ma è il “momento-Hunziker” che stupisce: sale sul palco intonando I Maschi (la vera Nannini arriverà solo domani sera) e dalla platea la interrompono. “Sono una sua fan, ma mi ha deluso. Può cantare da sola a Sanremo e mi sceglie I Maschi? Proprio lei con tutte le battaglie che fa? Poteva scegliere delle canzoni con una minima di coerenza. È fuori luogo”, le dicono due signore. Si tratta di un flashmob, ovviamente organizzato: salgono tutte sul palco per cantare canzoni dedicate alle donne. C’è anche Mariagrazia Fontana. “Questa battaglia la dobbiamo fare tutti, uomini e donne. Solo così si può andare avanti. L’unione fa la forza”, dice Michelle.

Poi arrivano Ermal Meta e Fabrizio Moro, con il caso di questi giorni lasciatosi alle spalle. La loro Non mi avete fatto niente ora vola verso la vittoria. L’accoglienza dell’Ariston sembra “scagionarli”. Sul finale i due si abbracciano, forse per smentire chi sostiene (come successo questa mattina in sala stampa) che i due non stiano andando troppo d’accordo.

Noemi fa il suo ingresso con una scollatura vertiginosa che non è esente dall’ironia di Favino: “Ma proprio buonasera… e poi si dice l’imparzialità”, scherza il conduttore coprendosi gli occhi. La sua Non smettere mai di cercarmi cresce con gli ascolti. Ma ecco l’ospite internazionale di stasera, James Taylor, che prima omaggia la musica italiana con La donna è mobile (stesso problema con l’italiano dell’esibizione di Sting), poi canta Fire and rain e duetta con Giorgia sulle note dell’emozionante You’ve got a friend. La sua esibizione è stata rinviata, dato che doveva salire sul palco prima di Meta e Moro.

Perché Giorgia fa la corista di Taylor (per carità, c’è di peggio) e Biagio Antonacci l’ospite d’onore? Boh. Ma ecco Sabrina Impacciatore che irrompe sul palco: “Sei talmente bello che ti risposerei”, dice a Orfeo per convincerlo a darle uno spazio da conduttrice al Festival, ma viene cacciata. I The Kolors propongono Frida: la canzone è la più trasmessa dalle radio e il ritornello “mai mai mai” lo si sente cantare spesso e volentieri fra le strade sanremesi in questi giorni.

La bellissima giornalista del Tg 1 Emma D’Aquino duetta con Claudio Baglioni sulle note di Sabato Pomeriggio: si ripete lo schema già utilizzato ieri sera (che non aveva fatto faville) con Franca Leosini. Ma stavolta il pubblico non interrompe e fila tutto liscio.
Continuano i tributi alla grande musica italiana. Stavolta tocca a De André e Bindi con Gino Paoli e Danilo Rea. “Vogliamo ricordare un musicista massacrato nell’attimo più giusto della sua carriera da un odio che spesso esiste, ancora oggi, contro i diversi che hanno qualcosa in più e non qualcosa in meno. Questa sarebbe stata la canzone del suo lancio se non ci fosse stato questo odio: si chiama Il nostro concerto”, dice Paoli su Umberto Bindi. Quindi cantano, insieme a Baglioni, Canzone dell’amore perduto e Una lunga storia d’amore.
Segue Mario Biondi, l’ultimo Big in gara.
Spunta Memo Remigi: “Faccio 54 anni di carriera e sono ancora qui. Ho partecipato più come autore che come interprete a Sanremo. Senti ma duetti con tutti e non con me?!”, dice a Baglioni. E intona Ti darò di più, ma poi finge di sentirsi male. E’ una gag per far entra il Commissario Nino Frassica di Don Matteo.
La classifica (indicativa) finale della sala stampa. Zona alta: Max Gazzè, Lo Stato Sociale, Ermal Meta e Fabrizio Moro. Zona media: The Kolors, Barbarossa, Avitabile e Peppe Servillo. Zona bassa: Mario Biondi, Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, Giovanni Caccamo, Noemi.
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