Un’interrogazione del Pd, dichiarazioni di esperti in articoli di giornali, un intervento dell’economista Fitoussi su National Geographic, vari studi e relazioni di associazioni e di enti istituzionali e accademici: una della Bocconi, un intervento di una componente del Cnel, un dossier di Legambiente, un altro del servizio studi della Camera o ancora di Cassa Depositi e Prestiti. Sono i testi dai quali, secondo un’analisi del Post.it, sono state copiata stralci anche ampi del programma del Movimento Cinque Stelle, elaborato e votato dagli attivisti alla piattaforma Rousseau. Per il giornale online diretto da Luca Sofri in 11 capitoli su 20 del programma di governo del M5s risultano quindi dei “plagi“. A partire per esempio da quello sullo “Sviluppo economico”: “Almeno 10 paragrafi – scrive il giornale – sono stati copiati senza che venisse specificata la provenienza del testo originale”. Tra i testi originali citati dal Post.it anche un’interrogazione del 2012 del senatore Pd Giorgio RoiloIl Post specifica tra l’altro di aver verificato anche i programmi degli altri partiti senza trovare plagi.

Il Movimento Cinque Stelle replica in una nota dei gruppi parlamentari che parla di “analfabetismo funzionale e logico” a causa del quale non si riconosce la differenza tra le “versioni complete del programma” che contengono anche “parti analitiche” e “le linee guida di intervento politico”. “Si capisce bene – si legge nel comunicato – che le parti che secondo loro sono copiate, e che sono chiaramente riportate, sono le parti analitiche. Traduciamo: di analisi dei dati e di studi di enti terzi. Certo che le abbiamo prese dai dossier e dagli studi scientifici, anche di esperti con i quali in questi 5 anni abbiamo sempre collaborato. Ci mancherebbe altro. ll M5s studia, approfondisce e attinge da fonti scientifiche terze che riporta nelle versioni complete del programma. Le linee guida di intervento politico sono un’altra cosa. I partiti invece presentano sintesi sciatte e improvvisate che non hanno nulla a che vedere con un vero programma di governo”.

La nota del M5s ribadisce poi il concetto specificando che “la governance va dettata documentandosi e facendo sintesi, se un documento è autorevole e aiuta ad andare in una certa direzione va ripreso. Le proposte del programma sono frutto di elaborazione originale e di studi durati mesi. A differenza di altri programmi di poche pagine emersi in qualche segreteria di partito e pubblicati online negli ultimi giorni solo per adempiere a un obbligo istituzionale. Ci piacerebbe che si entrasse nel merito del dibattito sulle soluzioni proposte, che si entrasse nel merito. Ma forse è chiedere troppo”.

L’analisi del Post è stata ripresa dai vertici del Partito democratico. Il primo a parlare è stato il presidente del Pd Matteo Orfini che, a commento dell’articolo condiviso su facebook, ha aggiunto: “In effetti sarebbe comodo fare come i grillini. Ma noi fortunatamente, siamo fatti in modo diverso. Scegli idee ‘originali’, scegli il Pd”. Sempre su facebook ha ripreso l’articolo il segretario democratico Matteo Renzi: “Di Battista insulta tutti noi dicendo che gli ‘italiani sono rincoglioniti’ – scrive – Solo lui è intelligente, gli altri non capiscono. Sarà per questo che il programma dei Cinque Stelle lo hanno copiato da Wikipedia, come spiega oggi Il Post“.

La contestazione del Post riguarda soprattutto il fatto che il M5s ha spiegato da tempo che per la prima volta una forza politica ha scritto un proprio programma attraverso la democrazia diretta online (proprio grazie a Rousseau), mentre “una parte significativa del programma” è “stata prodotta attingendo altrove a elaborazioni che non c’entrano niente con questo percorso”. Tra i lunghi brani citati come identici dall’analisi del Post ci sono un’interrogazione parlamentare del 2012 del senatore Pd Giorgio Roilo, uno studio dell’Istituto di Economia delle Fonti di Energia della Bocconi sull’economia circolare, un articolo del 2010 dell’economista Jean-Paul Fitoussi su National Geographic, un intervento della docente di Politica economica Maria Teresa Salvemini (componente del Cnel per nomina del Quirinale), un dossier di Legambiente, una relazione della società RefRicerche, un’audizione del presidente dell’AgCom Angelo Maria Cardani. Tra gli altri testi c’è anche un’intervista di Carlo Sibilia all’ambientalista Helena Norberg-Hodge. In molti altri casi, la maggioranza di quelli pubblicati, si tratta di poche righe con dati, fatti e proposizioni universali che difficilmente sono attribuibili a un solo testo.

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