Tutti lo ricordano come l’uomo delle “fritturine” ai tempi del referendum costituzionale. Il simbolo della “clientela come Cristo comanda”, secondo le parole del presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca. Ora Franco Alfieri, già sindaco di Agropoli e poi capo della segreteria politica dello stesso governatore della Campania Vincenzo De Luca, correrà per il Pd per un posto alla Camera dei deputati. Una candidatura che ha fatto infuriare pure Antonio Vassallo, figlio del “sindaco pescatore” di Pollica Angelo Vassallo, ucciso con nove colpi di pistola nel 2010. “Indegna la sua candidatura, il Pd non usi più il nome di mio padre”, aveva attaccato Vassallo jr contro Alfieri, accusandolo pure di non aver ascoltato le denunce del padre su un caso di appalti sospetti.  “Sono falsità, non hanno alcun fondamento“, ha ribattuto Alfieri, presente all’apertura della campagna elettorale dem al Teatro Eliseo di Roma. 

E sulle polemiche referendarie per le parole di De Luca ha replicato: “Solo una battuta, non può travolgere la storia di una persona per bene. Clientelismo? Ma quale, ho sempre avuto molto consenso perché sto in mezzo alla gente. Il giudizio su di me lo daranno gli elettori del collegio”, si è difeso.  A difenderlo pure Paolo Siani, che Renzi ha voluto come simbolo di legalità: “Non ci sono nomi impresentabili nelle liste del Pd. Mi sembra di aver avuto le garanzie che richiedevo sulle liste. Alfieri? Non mi imbarazza, non c’è nulla di concreto contro di lui”. Nessuna risposta alle domande invece da Piero De Luca, il figlio del governatore, anche lui in corsa per un posto in Parlamento. 

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