“Se una stazione orbitante passasse sopra il cielo di Marghera a 400 chilometri di altezza, verrebbe illuminata a giorno da Ramses II. Questo può dare l’idea dell’intensità della più potente apparecchiatura di illuminazione a testa mobile del mondo che è stata accesa per celebrare i 100 anni di Porto Marghera. È uno scempio, un inquinamento luminoso senza precedenti. Ma, soprattutto, è una violazione di legge”. Leopoldo Dalla Gassa, di Nove di Bassano, in provincia di Vicenza, è il presidente dell’associazione di promozione sociale VenetoStellato, nonché del gruppo astrofili Monte Grappa e gestore dell’osservatorio comunale “G. Toaldo” di Nove. Ma soprattutto è il capofila di una protesta collettiva che finora in Veneto ha raccolto dodicimila firme, ha prodotto denunce alla magistratura e alla Corte dei conti, ma non è riuscita a far spegnere il giocattolino luminoso di Luigi Brugnaro, il sindaco di Venezia (nella foto).

Ramses II è un fascio di luce impressionante. Lo si può vedere da tutto il Veneto. È stato fotografato da Cima Grappa, dal Monte Tomba, dal Castello di Marostica, a decine di chilometri di distanza. Ma gli astrofili che da sempre si battono contro l’inquinamento luminoso che impedisce di osservare la bellezza del cielo notturno, questa volta dalle stelle sono scesi sul sentiero di guerra. L’obiettivo è Brugnaro che il 15 gennaio, in pompa magna, circondato dalla sua giunta e da molti industriali, ha acceso la lampada, con parole enfatiche. “Questa luce vuole essere un simbolo. Racconta cento anni di una storia difficile, ma simboleggia i prossimi cent’anni che vogliamo scrivere per il futuro dei nostri figli”.

Che bisogno c’era di un faro da Star Wars? Se lo domandano gli astrofili, che ne chiedono lo spegnimento immediato (in realtà è previsto il 31 marzo). Si è mossa perfino l’Unione Astronomica Internazionale con sede a Parigi, dopo aver saputo del faro con una potenza di 72.000 watt. Il presidente Silvia Torres-Peimbert e il segretario generale Piero Benevenuti hanno scritto a Brugnaro e per conoscenza al governatore Luca Zaia, al consiglio regionale del Veneto, al direttore dell’Ufficio affari spaziali dell’Onu e all’Unesco. I rappresentanti di dodicimila astronomi professionisti ricordano con soddisfazione che nel 2009 la Regione Veneto approvò una legge per il risparmio energetico e la riduzione dell’inquinamento luminoso. Per questo si dicono “stupiti della palese violazione di una legge regionale proprio da parte di coloro che dovrebbero far rispettare le leggi”. E aggiungono: “Il cielo stellato è un bene comune dell’umanità. Per questo la invitiamo a spegnere al più presto il faro di Marghera”.

La denuncia alla procura di Venezia elenca tutte le violazioni di legge. A partire da quella regionale che vieta l’uso di fasci di luce a scopo pubblicitario o voluttuario. A questa accusa il comune di Venezia ha risposto con una lettera in cui nega che l’iniziativa abbia carattere pubblicitario o voluttuario e dichiara di avere il nulla osta dell’Enav (Ente Nazionale Assistenza al Volo). Nel frattempo, l’11 gennaio l’Arpav (Agenzia Regionale per la protezione ambientale) aveva diffidato il comune ad accendere l’impianto. L’accensione è invece avvenuta il 15 gennaio. “È una esibizione di arroganza – è scritto nella denuncia – in sfregio alla legge. Viola anche l’articolo 23 del Codice della strada che vieta luci che possano distrarre l’attenzione degli automobilisti intenti alla guida. Il faro è così potente che lo si vede perfino dall’autostrada”. Conclusione: “Il comportamento del sindaco è da considerarsi, a tutti gli effetti, pienamente doloso”. E si suggerisce di verificare eventuali reati di abuso od omissione di atti d’ufficio. Ma chi avrà il coraggio di applicare la legge, spegnendo il faro nel bel mezzo del Carnevale di Venezia?

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