Un letto a castello con tanto di materassi, la corrente elettrica, la cucina, un bagno e pure un impianto di videosorveglianza. Al bunker trovato nelle campagne di Rosarno dalla squadra mobile di Reggio Calabria non mancava proprio nulla. In sostanza era un monolocale, di otre 20 metri quadrati, che si trovava due metri sotto terra

La scoperta è avvenuta durante le operazioni di ricerca dei latitanti in contrata Bosco dove gli uomini del questore Raffaele Grassi e del capo della mobile Francesco Ratta si erano insospettiti di una botola in cemento che si apre a scomparsa scorrendo su appositi binari a circa mezzo metro al di sotto dalla superficie. 

Una volta aperta, i poliziotti hanno trovato un piccolo pozzo verticale che porta a un cunicolo-corridoio lungo circa nove metri. In fondo al corridoio c’era la stanza bunker munita di illuminazione elettrica, letti, cucina e bagno. 

La struttura, in muratura, era completamente interrata e mimetizzata da una superficie uniforme con lo stato naturale dei luoghi circostanti. Nascoste nelle vicinanze, invece, c’erano alcune microtelecamere che avrebbero consentito ai latitanti di controllare l’esterno del bunker. 

Secondo gli investigatori della sezione Catturandi e della sezione Criminalità organizzata, il covo è stato utilizzato dai latitanti delle cosche Pesce o Bellocco di Rosarno. Al momento della scoperta, il bunker era vuoto e i tecnici della Scientifica adesso stanno effettuando degli accertamenti che possano consentire alla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria di risalire a quali latitanti si sono nascosti nelle campagne di Rosarno.

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