Alla fine si lamentano tutti, dal nord al sud della regione. Con il rischio che il Pd tarantino, per esempio, non ci metta il massimo dell’impegno perché sotto le ciminiere dell’Ilva hanno candidato un barese. E lo stesso problema potrebbe averlo Forza Italia nel Salento, dopo la durissima lettera firmata dai consoli azzurri contro il coordinatore regionale Luigi Vitali. Una situazione magmatica quella della Puglia, dove sorridono in pochi dopo la chiusura delle liste. Tra presenze ritenute imbarazzanti come quella di Domenico Scilipoti, ripescaggi di volti noti – vedi alla voce Gabriella Carlucci – ed ex miss trasferite in regione, mentre nelle liste non mancano riciclati e persone sono inchiesta.

Convertito sotto inchiesta – Un nome per tutti: Francesco Spina, in corsa per un posto da deputato con il Pd nel collegio uninominale di Molfetta. La sua è una lunga carriera da ex, essendo transitato per Ccd, Forza Italia, Udc ed essere stato coordinatore de La Puglia prima di tutto, la lista nella quale compariva la escort Patrizia D’Addario. Convertito alla parrocchia dem vicina a Michele Emiliano, Spina – recentemente scelto nel cda di Innovapuglia, società che gestisce i grandi appalti – è anche ex sindaco di Bisceglie. Per una mossa risalente all’epoca in cui era primo cittadino, oggi è sotto inchiesta per abuso d’ufficio, falso ideologico e falso materiale. Secondo i pm, nominò un dipendente con la terza media come responsabile di due uffici comunali e, in seguito, capo dell’ufficio di Gabinetto del Comune. Ma in organico ci sarebbero state già altre figure qualificate per il ruolo. Per quell’incarico, il dipendente ha percepito 297mila euro in dieci anni.

Gli indagati – Sotto inchiesta è anche il senatore uscente Vittorio Zizza, ricandidato alla Camera dal centrodestra in quota Noi con l’Italia-Udc nell’uninominale di Brindisi. L’ex sindaco di Carovigno è indagato per corruzione in un procedimento nel quale sono coinvolti altri politici e amministratori locali: secondo il pm Francesco Carluccio, quando amministrava il paese nel Brindisino avrebbe favorito una società per la raccolta di rifiuti solidi e urbani prorogando l’appalto. Altri due ex compagni di partito del parlamentare, si ripresentano davanti agli elettori nella stessa situazione: Paolo Perrone e Roberto Marti. Il primo, ex sindaco di Lecce, ha recentemente mollato Raffaele Fitto (candidato in 3 listini e per il quale la Cassazione ha chiesto lo scorso maggio un nuovo processo d’appello per peculato) per approdare in Fratelli d’Italia, mentre Marti ha aderito alla Lega. Entrambi sono indagati nella maxi-inchiesta della procura salentina sui presunti favori nell’assegnazione delle abitazioni popolari. L’accusa sostiene che hanno agevolato determinati inquilini – alcuni ritenuti vicini ai clan della Scu – a colpi di sanatorie di occupazioni abusive, semplici delibere, passaggi indebiti dalle case parcheggio agli alloggi. Perrone correrà nel listino di Fdi per il Senato al secondo posto dietro Daniela Santanché, mentre l’ex senatore tenta nuovamente la corsa per Palazzo Madama da capolista nel collegio Puglia 1 e in seconda posizione nell’altra circoscrizione.

licia ronzulliI catapultati (e i locali si arrabbiano) – Più nutrita la pattuglia di chi cercherà fortuna in Puglia provenendo da fuori regione e di chi è stato trasportato da una provincia all’altra per avere maggiori chance di elezione. Sabato ad insorgere era stato il Pd di Taranto al grido di “no ai baresi”. Il casus belli è quello di Ubaldo Pagano, segretario provinciale di Bari che guiderà il listino proporzionale alla Camera al posto dell’uscente Ludovico Vico. E proteste sono piovute anche dal Nord Barese per la candidatura di Colomba Mongiello al posto di Liliana Ventricelli. Non se la passa meglio Forza Italia nel Salento. Il coordinamento provinciale, con in testa il segretario Paride Mazzotta e Adriana Poli Bortone, hanno scritto una lettera di fuoco per chiedere le dimissioni del coordinatore regionale ed ex sottosegretario Luigi Vitali, reo di aver “utilizzato” il partito “per fini personali”. Lamentano scarsa espressione del territorio, insomma. E in effetti, a parte l’ex fittiano Rocco Palese che ha spuntato un seggio a Casarano, nel listino proporzionale che comprende il Salento i posti sicuri sono per Elvira Savino, barese, e il napoletano Elio Vito. Al Senato, invece, ecco spuntare in entrambi i listini Licia Ronzulli: pur vantando origini pugliesi, la principale assistente di Silvio Berlusconi, tirata in ballo come Savino nell’inchiesta sulle cene eleganti, è da sempre residente a Milano. Un posto probabile è stato assegnato anche a Vincenza Labriola, l’ex M5s tarantina convertitasi al berlusconismo, che compare in seconda posizione alla Camera nel collegio Brindisi-Monopoli alle spalle di Mauro D’Attis, brindisino “caldeggiato” da Antonio Tajani. Ad Andria, invece, gli elettori di Forza Italia dovranno digerire la presenza di una molisana, Annaelsa Tartaglione, ex aspirante Miss Italia e passata per l’ufficio politico di Nunzia De Girolamo. Torna in corsa, ma in quota ‘quarta gamba’, anche un altro volto noto del centrodestra, Gabriella Carlucci, candidata per un posto da deputata in seconda posizione in tutti i collegi plurinominali.

Il seggio più combattuto – Chiuse le schermaglie delle liste, la Puglia diventerà uno dei terreni più caldi della campagna elettorale tra Ilva e Tap. Il governatore Michele Emiliano, deve sostanziare nelle urne la propria leadership dopo aver ottenuto il presidio delle candidature nella sua terra mentre Renzi monopolizzava tutto il resto. Fitto conta di piazzare qui il suo miglior risultato nazionale e il centrodestra non può permettersi scivoloni in una terra tradizionalmente ricca di soddisfazioni. Anche per questo, i Cinque Stelle hanno ricandidato tutta la pattuglia degli uscenti e propongono alcuni nomi forti come Giuseppe D’Ambrosio e Barbara Lezzi nell’uninominale. Alla senatrice salentina spetterà uno dei compiti più difficili nel collegio Nardò-Gallipoli: sarà la terza incomoda nella sfida tra Massimo D’Alema, in corsa a casa sua ma senza paracadute, e il viceministro dello Sviluppo economico, Teresa Bellanova. Senza dimenticare l’ex sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, che dopo aver passato il testimone al fratello per la guida del Comune, è stato scelto per sparigliare le carte nella lotta al seggio più caldo d’Italia.

Articolo Precedente

Lazio, Fi schiera il plurindagato Angelucci, il re di Fondi Fazzone e la “generazione Polverini”. Per Fdi la nipote di Mussolini

next
Articolo Successivo

Elezioni, a Nordest l’M5s punta sui paladini dei risparmiatori. Per Fi il re dei cambi di casacca, con la destra ex boxeur

next