“Mi hanno dato questa busta… c’erano duemila euro dentro… me li sono presi… diciamo mi sono fatto duemila cazzi dei miei che sai… il momento… che sto in difficoltà… e giustamente cerco di non fare una brutta figura… (…)  alla fine… io… se scendo in campo… senza presunzione i due, trecento voti li teniamo sempre…”. E’ un brano dell’intercettazione ambientale che ha messo nei guai Flora Beneduce, consigliera regionale di Forza Italia indagata per voto di scambio insieme al deputato azzurro Luigi Cesaro e al figlio Armando, capogruppo in Regione Campania. A parlare è un suo portatore di preferenze. L’uomo spiega la consegna e fa il nome dell’intermediario, il nipote avvocato della donna. Beneduce, indagata insieme ai Cesaro e ad altre 26 persone (tra cui Aniello e Raffaele Cesaro, fratelli di Luigi, in carcere da maggio con accuse di camorra), ha conquistato la possibilità di entrare in Parlamento. La signora correrà per il Senato nel collegio uninominale di Giugliano, dove potrebbe raggiungere il sicuro eletto ‘Giggino ‘a Purpetta’, prudentemente spostato al numero uno del plurinominale per Palazzo Madama. Il collegio di Beneduce ricomprende Sant’Antimo, dove è nata. Città del fortino politico e imprenditoriale della famiglia Cesaro. Una decina di giorni fa l’avviso conclusa indagine della Procura di Napoli Nord ha messo a disposizione degli avvocati gli atti e le intercettazioni dell’indagine sul voto di scambio alle regionali del 2015.

E’ il pomeriggio del 27 maggio 2015 e mancano quattro giorni alle elezioni. Una videocamera dei carabinieri del Ros di Napoli guidato dal tenente colonnello Gianluca Piasentin è installata nell’ufficio di Antonio Di Guida, imprenditore amico e socio dei Cesaro, che gli avrebbero promesso un appalto milionario nel casertano. La microcamera riprende Di Guida a colloquio con Armando S. che si rivela essere un grande elettore di Beneduce. La signora viaggia in ticket con Cesaro jr, in Campania vige la doppia preferenza di genere.

DI GUIDA Antonio:   ti spiego… a te dico la verità lo sai… io sto in grande difficoltà con il partito…

S. Armando:   ma io voglio chiudere la porta perché a me… queste cose qua… dobbiamo parlare solo io e te… (la telecamera, sottolineano i Ros, documenta che S. va a chiudere la porta dell’ufficio e poi ritorna a parlare con Di Guida, ndr)

DI GUIDA Antonio:   eh… come… io sto in enorme difficoltà con il partito… 

S. Armando:   perché cosa è successo? 

DI GUIDA Antonio:   e perché… da me il partito…

S. Armando: devi dare due voti a DI SCALA (Maria Grazia, candidata di Ischia che verrà eletta, estranea alle indagini, ndr)…

DI GUIDA Antonio: a DI SCALA…

S. Armando:   ho capito…

DI GUIDA Antonio:   e io… per esempio… sto dicendo inc… io so che questa cosa dopo… io la pagherò… ma non che la pago con Gigino (CESARO Luigi ndr)… la pagherò con chi di dovere… con DE SIANO… perché la DI SCALA è una persona di Domenico DE SIANO (senatore uscente e ricandidato, coordinatore campano di Forza Italia, estraneo alle indagini, ndr)…

S. Armando:   eh… però ti voglio dire una cosa…

DI GUIDA Antonio:   aspetta… Domenico DE SIANO… Domenico DE SIANO… tutto sommato… consigliere regionale del partito… è un senatore… è amico grosso… andiamo ad Ischia… si mette a disposizione… io dopo… qualsiasi cosa dovrò fare devo alzare prima il telefono devo dire: Gigì (CESARO Luigi, ndr) vedi Domenico… mi pare il creaturo no?

S. Armando:   uhm…

DI GUIDA Antonio:   (breve pausa, ndr) perché se tu dici: Toni’, a me… la BENEDUCE mi ha detto… che se gli porto 500 voti mi da… mille euro… 

S. Armando: no, no…

DI GUIDA Antonio:   allora io dico: Armando… vota quello che vuoi…

S. Armando:   Tonino… ti fermo un attimo… ti fermo un attimo… allora io quando sono andato dalla BENEDUCE… 

DI GUIDA Antonio:   eh…

S. Armando:   e (balbetta, ndr) inc.. i soldi… no? Non ne ho proprio parlato con lei… ti giuro sopra i figli… ora ti sto dicendo proprio tutta la verità…

DI GUIDA Antonio:   eh… 

S. Armando:   quando sono andato dal nipote (DE ROSA Tommaso ndr)… ha detto il nipote… ha detto: che… che tieni e che vuoi? Ho detto: io non voglio niente e non tengo niente…

DI GUIDA Antonio:   eh…

S. Armando:   ho detto:. a me… voi lo sapete quello che ci vuole per fare una campagna elettorale… però io… se tu mi dici uno… faccio lo stesso quello che ho pensato di fare… se mi dai due… faccio lo stesso… se non mi dai niente… voto lo stesso alla BENEDUCE… 

DI GUIDA Antonio:   uhm…

S. Armando:   cioè voglio dire… però hanno apprezzato questa cosa da parte mia… dopo un settimana… sono venuti… mi hanno dato questa busta… c’erano duemila euro dentro… me li sono presi… diciamo mi sono fatto duemila cazzi dei miei che sai… il momento… che sto in difficoltà… e giustamente cerco di non fare una brutta figura…      

(…)

S. Armando:   alla fine… io… se scendo in campo… senza presunzione i due – trecento voti li teniamo sempre…

DI GUIDA Antonio:   ah… esatto… comunque i due trecento voti… o no?

S. Armando:   eh…

DI GUIDA Antonio:   glieli hai fatti… cioè la BENEDUCE quell’altra volta a Marano… ha preso cinquanta voti…

S. Armando:   eh…

DI GUIDA Antonio:   ora sono convinto che prenderà almeno tre – quattrocento voti…

I 2000 euro sarebbero l’acconto di altri 10.000 euro ad elezione avvenuta. Lo scrivono i Ros in un pezzo dell’informativa depositata nel luglio scorso: “Da un’ulteriore comunicazione tra presenti intercettata il 7 agosto 2015 sull’auto di Di Guida, si evinceva che Armando S. ancora non aveva ottenuto da Beneduce i 10.000 euro promessigli nel caso dell’affermazione della donna (“Armando, manco niente?”).

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