Gli scrutini quest’anno saranno a rischio. Da lunedì molti insegnanti potrebbero decidere di non sedersi al tavolo con i colleghi per compilare le pagelle. A lanciare questa protesta è ancora una volta l’Anief. Dopo lo sciopero dell’8 gennaio ora il sindacato capitanato da Marcello Pacifico ha proclamato questa nuova fase di protesta. Il motivo è sempre lo stesso: far sentire la voce di maestre e maestri contro la sentenza del Consiglio di Stato in adunanza plenaria che ha escluso dalle graduatorie ad esaurimento chi ha conseguito il diploma magistrale entro l’anno scolastico 2001/2002. Lo stato d’agitazione è previsto tra lunedì 29 e lunedì 12 febbraio in un periodo in cui si svolgono nella maggior parte delle scuole gli scrutini invernali. A non aderire a questa protesta saranno solo gli insegnanti della scuola dell’infanzia che non devono svolgere gli scrutini.

Chi deciderà di non presentarsi ai consigli di classe lo potrà fare solo ai primi due giorni calendarizzati dalla scuola per valutare i ragazzi. Non sarà uno sciopero che riguarderà l’intera giornata ma solo alcune ore. Tecnicamente chi sciopera non può essere sostituito perciò dal momento che lo scrutinio deve avvenire secondo il principio del collegio perfetto, ovvero alla presenza di tutti i docenti di tutte le materie, basterà l’adesione di un solo maestro per costringere il dirigente scolastico a rinviare lo scrutinio. Il preside non potrà nemmeno riconvocarlo nello stesso giorno ma dovrà calendarizzare una nuova data. Ma visto che lo scioperò sarà di due giorni qualora il docente non si presenti nuovamente i capi d’istituto dovranno rinviare per la seconda volta lo scrutinio.

L’Anief prevede che ad aderire alla protesta saranno soprattutto gli insegnanti della scuola primaria che sono stati colpiti dal provvedimento: “Molti di loro sono concentrati al Nord ma ci auguriamo – spiega Marcello Pacifico – che anche altri colleghi aderiscano visto che alla base dello sciopero ci sono anche le rivendicazioni legate al prossimo contratto. È un segnale che vuole essere dato anche alle famiglie che dovranno fare i conti con le pagelle che arriveranno più tardi del solito in molti casi”.

La decisione della sentenza coinvolge 43.000 docenti (non ancora in cattedra con un posto “fisso”), tutti diplomati magistrali iscritti nella Gae a seguito dei ricorsi fatti dinanzi al tribunale amministrativo. Oltre a loro vi sono 6000 persone che rischiano di perdere il loro posto di ruolo ottenuto pur con riserva non essendo destinatari di sentenze passate in giudicato. Gli ultimi incontri al ministero non hanno portato a nessun risultato concreto: in viale Trastevere attendono il parere dell’Avvocatura di Stato ma non sembrano intenzionati ad individuare vie privilegiate per i diplomati magistrali in questione. “Torneremo in piazza anche il 23 marzo. Saremo a Montecitorio e a palazzo Madama davanti al nuovo parlamento. L’8 gennaio – continua Pacifico – non siamo riusciti ad ottenere un decreto legge ad hoc anche perché le Camere erano già sciolte ma siamo pronti a presentare le nostre istanze a chi sarà al Governo dopo le elezioni”.

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