C’è un audio. E’ la notte tra venerdì e sabato. Si ascolta Lorenzo Guerini in direzione nazionale Pd annunciare anche la candidatura di Rosetta D’Amelio nel collegio uninominale di Ariano Irpino (Avellino) alla Camera. Poi evidentemente qualcuno deve averci ripensato, perché la signora è stata depennata e al suo posto, nelle liste ufficiali pubblicate sul sito, è sbucato il nipote di Ciriaco De Mita, Giuseppe De Mita. Il ribaltone si sarebbe consumato sabato a pranzo in un ristorante di Sorbo Serpico, dove si festeggiava il compleanno di un consigliere regionale demitiano. Lì si sono incontrati il governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca e il sindaco di Nusco, Ciriaco De Mita. Il collegio di Ariano Irpino comprende Nusco. E’ il territorio dove si respira il potere e l’influenza dell’ex premier della Prima Repubblica. Guarda caso, nella casella ‘D’Amelio’ è andato a finire Giuseppe De Mita, parlamentare uscente Udc, ex vice presidente della giunta azzurra campana di Stefano Caldoro. Il nipote prediletto di Ciriaco doveva essere candidato ad Avellino città. In quella casella è andato a finire il parlamentare uscente di Scelta Civica Angelo D’Agostino. E così il Pd scompare dall’Irpinia e si consegna a politici di navigate esperienze democristiane.

E’ un giallo in piena regola, quello consumato in poche ore con De Mita e De Luca sullo sfondo. Misteriose le ragioni, misteriose le dinamiche. Si racconta di sindaci e amministratori locali che già telefonavano a D’Amelio per congratularsi e augurarle in bocca al lupo. Ma si racconta anche di papaveri dem che l’avrebbero contattata per chiederle la disponibilità a fare un passo indietro per fare spazio a Luigi Famiglietti. Nelle ultime settimane D’Amelio ha ripetuto a chiunque di essere “a disposizione del partito e di accettare le scelte del partito” ma di non essere disponibile a candidarsi nel collegio plurinominale o in altro collegio uninominale che non fosse quello di Ariano Irpino, da dove proviene e dove ha fatto sempre politica. Poi Famiglietti è stato candidato. Ma in un collegio del Senato. L’uninominale di Avellino.

La ‘promozione’ di De Mita jr ad Ariano Irpino è l’ennesimo segnale dell’asse di ferro tra De Luca e De Mita. In nome del quale il governatore non ha esitato a sacrificare la presidente del ‘suo’ consiglio regionale. Una ‘fedelissima’ che nel 2015 dettò l’agenda dell’insediamento dei lavori del consiglio con date scelte in modo da non ostacolare l’insediamento in carica del Governatore, all’epoca in difficoltà: era alle prese con un ricorso contro la sospensione imposta dalla Legge Severino per una condanna in primo grado per abuso d’ufficio (poi De Luca è stato assolto in Appello e Cassazione). D’Amelio gli fu vicino in un momento difficile. Tre anni dopo, diversi consiglieri regionali campani di centrosinistra tentano la scalata in Parlamento con l’assenso di De Luca: Raffaele Topo, Antonio Marciano, Nicola Caputo, Nicola Marrazzo, Gennaro Oliviero, Francesco Borrelli. L’unica che non ce l’ha fatta a candidarsi è la loro presidente, D’Amelio.

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