Dagli aneddoti sul primo incontro con Berlinguer, alle “pressioni” del Pci affinché si sposasse, fino alle provocazioni contro Renzi. Nel corso della presentazione del volume “Al lavoro e alla lotta: le parole del Pci” (di Franca Chiaromonte e Fulvia Bandoli), è stato Massimo D’Alema (Liberi e Uguali) a raccontare: “La prima volta che entrai nell’ufficio di Enrico Berlinguer, fu quando mi avevano convocato per dirmi che avrei fatto il segretario della Fgci. Mi tremavano le gambe, venivo dalla provincia. E feci un errore. Quando mi chiesero cosa ne pensassi, risposi che avrei preferito restare a Pisa. Ma in realtà volevano solo chiedermi come pensavo di affrontare il nuovo incarico…”, ha ironizzato.

Ma non è l’unico aneddoto curioso rivelato da D’Alema: “La tensione etica certe volte sconfinava in moralismo: quando a 21 anni divenni consigliere comunale a Pisa fui chiamato dal segretario della Fgci. Mi spiegò che dovevo sposare la mia compagna, in quanto uomo pubblico. Altrimenti una città piccolo borghese come Pisa poteva pensar male del Pci. Così andai a Volterra e il partito mi organizzò il matrimonio. Finì prestissimo…”. 

Ma non sono mancate nemmeno le battute provocatorie contro Renzi: “Qualche giorno fa Berlusconi, parlando dell’attuale segretario del PD ha detto che ha avuto un grande merito: ha combattuto e liquidato i comunisti. Che questo fosse l’intento del personaggio l’avevo capito dall’inizio…”.

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