Le ultime ore di attesa Loris Rispoli le passa in treno. Lui e gli altri familiari delle 140 vittime del Moby Prince stanno andando a Roma, destinazione Senato, per ascoltare le conclusioni della commissione d’inchiesta che dal 2015 lavora per far luce sul disastro avvenuto la notte del 10 aprile del 1991 a due miglia e mezzo dal porto di Livorno, quando il traghetto Moby Prince entrò in rotta di collisione con la petroliera Agip Abruzzo. Delle 141 persone a bordo del traghetto se ne salvò soltanto una, il mozzo.

“Finalmente vediamo riconosciute le nostre ragioni – afferma Loris Rispoli, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime del Moby Prince “140” – per 27 anni abbiamo denunciato le responsabilità dietro a queste morti”.

I familiari non sono soli in questo viaggio: “Basta guardare il mio telefono e vedere quante centinaia e centinaia di persone ti testimoniano questa vicinanza – dice Rispoli – Io credo che la commissione abbia raggiunto un altro scopo importantissimo, quello di ricordare a questa Italia che c’era una verità da cercare”.

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Moby Prince, dopo 27 anni le risposte della commissione di inchiesta: “Emozionante. Verità storica ribaltata”

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