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Meraviglie, la provincia di Belluno contro Alberto Angela: “Le Dolomiti le abbiamo anche noi”

Il programma di Rai 1 ha fatto tappa sulle famose montagne, ma senza passare dal Veneto. La rabbia del presidente della Provincia: "In molti sostengono che Angela abbia citato solo il Trentino Alto Adige perché ha pagato. Io non voglio credere che sia così - ha detto al Corriere delle Alpi - Se si tratta di disinformazione, sarebbe meglio che qualcuno rimediasse"

di F. Q.

La provincia di Belluno è arrabbiata con Alberto Angela, tanto da minacciare “verifiche” nella televisione di Stato per capire come mai il programma di Rai 1 Meraviglie – record di ascolti mercoledì sera – abbia fatto tappa sulle Dolomiti senza passare dal Veneto, ma girando tutto il servizio in provincia di Trento, con qualche citazione per Bolzano, e nessuna per gli altri territori interessati. “In molti sostengono che Angela abbia citato solo il Trentino Alto Adige perché le due Province hanno pagato. Io non voglio credere che sia così, perché se la televisione di Stato indirizza l’informazione per convenienza economica è molto più che grave. Se invece si tratta di disinformazione, sarebbe meglio che qualcuno rimediasse”, ha detto il presidente della provincia, Roberto Padrin, in un’intervista al Corriere delle Alpi.

Padrin ricorda che quasi metà delle Dolomiti (il 46,1%) si trovano appunto a Belluno, mentre solo il 24,6% a Bolzano, a Pordenone il 13,3%, a Trento il 12,2% e a Udine il 3,9%. Nei titoli di coda Meraviglie ha ringraziato la Fondazione Dolomiti Unesco, che tra le sue finalità ha quella di promuovere la conoscenza del sito. “Dovrebbe farlo in maniera completa e corretta“, polemizza Padrin parlando con il quotidiano. Dure critiche al programma di Alberto Angela sono arrivate anche dall’assessore al Turismo, Federico Caner: “Come minimo ci aspettiamo dalla Rai una trasmissione equivalente dedicata alle nostre stupende montagne”, ha detto al Corriere dell’Alto Adige.

Nella discussione è intervenuto anche il presidente del Dolomiti Superski, Sandro Lazzari, che si occupa della gestione degli impianti sciistici: “Abbiamo sempre proposto le Dolomiti come un’unica area – ha detto al Corriere – Nelle nostre cartine non sono segnati i confini. Ai turisti non interessa nulla sapere, mentre stanno sciando, se si trovano in una regione oppure in un’altra”. “I politici fanno un altro mestiere e immagino che debbano tenere conto dei campanilismi“, ha aggiunto Lazzari.

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