A fine anno le maggiori compagnie di ri-assicurazione hanno pubblicato valutazioni provvisorie sull’entità dei disastri naturali dell’anno 2017 e sul loro impatto economico e finanziario. Secondo quanto pubblicato da Swiss Re nel 2017 le perdite economiche complessive dovute ai disastri naturali (e a quelli provocati dall’uomo) si possono stimare in 306 miliardi di dollari. È un aumento stratosferico rispetto ai 188 miliardi di dollari del 2016, un anno in linea con la media del millennio: tra 160 e 190 miliardi a seconda delle stime. Perché nel 2017 i disastri sono stati così costosi?

A differenza degli anni precedenti, i disastri hanno colpito anche zone ricche del pianeta, dove la copertura assicurativa è, oltre tutto, un rimedio diffuso. Le perdite coperte da polizze assicurative sono state perciò ingenti, ben 136 miliardi di dollari, quasi la metà del totale. Un dato che pone il 2017 al terzo posto nella classifica degli anni peggiori. Gli Stati Uniti sono i maggiori responsabili dell’aumento dei costi. Gli uragani Harvey, Irma e Maria (confidenzialmente: Him) hanno fatto sì che nel 2017 si sia verificata la peggior stagione degli uragani costieri dopo il 2005, l’anno di Katrina. Ma l’interno del paese è stato flagellato quasi ovunque da flash floods, le piene torrentizie rapide e impulsive ben conosciute anche dalle nostre parti, e da mudslides, le colate di fango, giacché nell’interno degli Stati Uniti la vulnerabilità urbana è drammaticamente cresciuta nel nuovo millennio. E gli incendi californiani hanno fatto la loro parte.

Dopo 12 anni senza grossi uragani sugli Stati Uniti, gli Him hanno reso il 2017 la seconda stagione più costosa per gli uragani dopo il 2005. Kurt Kahn, economista di Swiss Re, ha commentato che “da diversi anni c’è stata una pausa nell’attività degli uragani negli Stati Uniti. Per contro, c’è stata una crescita significativa del numero di residenti e di nuove case nelle comunità costiere rispetto ai tempi di Katrina, Rita e Wilma del 2005. Quando un uragano colpisce, in questi posti il potenziale delle perdite è ora molto più alto di prima”. Sono a rischio non solo le case dei poveri e degli immigrati, come accaduto prevalentemente in Texas, ma anche quelle dei ricchi che adorano la vista mare e il privilegio del fronte spiaggia, come accade in Florida.

Tra i disastri di origine meteo, gli Stati Uniti hanno sofferto un crescente impatto dei nubifragi. Cinque diversi eventi, da febbraio a giugno, hanno causato perdite (assicurate) superiori a un miliardo di dollari ciascuno. Quello più intenso e costoso è stato il nubifragio di maggio in Colorado, accompagnato da forte vento e dalla grandine, che in quattro giorni ha prodotto 2,8 miliardi di dollari di danni, ben 2,5 dei quali coperti da assicurazione.

Il mercato alternativo dei capitali (leggi Cat Bond) ha condiviso ampiamente queste perdite, con un ritorno negativo per i suoi investitori, per la prima volta da quando questo mercato esiste. Proprio nel 2017, il mercato dei Cat Bond aveva toccato la vetta dei 9,14 miliardi di dollari di emissioni. Le perdite del 2017 sono state valutate in 706 milioni di dollari. Ciò nonostante, c’è chi, come Aaron Koch, direttore di Insurance-Linked Securities Group, che vede il bicchiere mezzo pieno: quanto accaduto “Offre anche ai Cat Bond la possibilità di guadagnare una buona reputazione quali controparti affidabili che pagano le perdite in modo efficiente e s’impegnano a riassicurare il rischio a lungo termine. Col tempo, probabilmente vedremo gli Him come l’inizio di un nuovo capitolo per il mercato alternativo dei capitali”. E forse ha ragione, poiché il rendimento dei Cat Bond ha iniziato a crescere di nuovo nei primi giorni del 2018.

Nella California centro-meridionale, i nubifragi di inizio anno 2018 hanno provocato enormi colate di fango e vasti allagamenti, replicando in peggio quanto accaduto all’inizio del 2017 nel nord dello stesso stato, con le forti piogge che segnarono la fine della più lunga siccità dopo quella del 1982-1983. Non è azzardato pronosticare che nuovi disastri colpiranno le aree più pericolose, esposte e vulnerabili del pianeta, povere e ricche. E il pronostico si tradurrà in una facile profezia per i prossimi due secoli se la posizione dell’attuale governo americano sui temi ambientali godrà di ulteriori consensi, stimolando altre nazioni ad allinearsi agli Stati Uniti. Indovinare il futuro dei Cat Bond è, invece, una scommessa più incerta.

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