Ignazio Abrignani non è riuscito a testimoniare nel processo “Breakfast” che vede imputato a Reggio Calabria l’ex ministro Claudio Scajola per problemi elettorali. Silvio Berlusconi il 22 gennaio non ci sarà neanche perché “impegnato come parte offesa in un altro processo”. Sarà citato di nuovo per l’udienza del 5 febbraio quando, in piena campagna elettorale, sarà più complicato per il Tribunale vederlo sul banco dei testimoni. I sorrisi all’interno dell’aula 12 sono diventati subito sguardi impietriti quando, alla comunicazione che il latitante in Libano Vincenzo Speziali vorrebbe essere sentito in video conferenza, il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo ha replicato: “Veramente, informo il Tribunale che Speziali ha chiesto di patteggiare e il 29 gennaio prossimo è fissata l’udienza per discuterne. Dunque la sua posizione a breve potrebbe cambiare parecchio”.

La notizia è arrivata al termine dell’udienza che si è celebrata davanti alla presidente del Tribunale di Reggio Calabria Natina Pratticò che dovrà giudicare l’ex ministroaccusato di aver tentato di aiutare l’ex parlamentare di Forza Italia, oggi latitante, Amedeo Matacena a trasferirsi da Dubai a Beirut. Un tentativo che non è riuscito ma che, stando all’inchiesta della Direzione investigativa antimafia, ha visto in Vincenzo Speziali uno dei protagonisti di questa tentata fuga. Sarebbe stato lui, secondo la ricostruzione del pm Lombardo, il faccendiere che grazie al leader delle falangi libanesi Amin Gemayel (suo parente acquisito) avrebbe fornito indicazioni a Scajola e alla  moglie del parlamentare Chiara Rizzo (anche lei imputata), su come organizzare il trasferimento che avrebbe consentito all’ex parlamentare di Forza Italia di sfuggire alla sentenza definitiva per concorso esterno con la ‘ndrangheta.

Proprio il ruolo fondamentale di Speziali e la sua scelta patteggiare oggi rischia di complicare il processo per gli altri imputati. Il collegio difensivo, infatti, lo ha inserito nella lista dei testimoni da sentire in aula. Fino al patteggiamento potrebbe essere sentito come indagato per reato connesso e, in quanto tale, avrebbe potuto avvalersi della facoltà di non rispondere. Se il suo interrogatorio, invece, avverrà dopo il 29 gennaio, giorno in cui si discuterà il patteggiamento, Speziali non potrà fare altro che rispondere alle domande del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo che, probabilmente, verteranno in gran parte sui suoi rapporti con l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola e sul contributo che, quest’ultimo, potrebbe avere voluto fornire all’ex parlamentare Matacena sapendo della sua condanna per concorso esterno con la ‘ndrangheta.

Una volta ottenuto il patteggiamento verrebbe meno l’ordinanza di custodia cautelare che il gip di Reggio ha emesso nei confronti di Vincenzo Speziali il quale, per evitare il carcere, non è più rientrato in Italia rimanendo a Beirut da dove, in questi mesi, ha più volte rilasciato dichiarazioni alle agenzie di stampa urlando la sua innocenza. Lo ha fatto anche ieri confondendo la latitanza con “un triste esilio” che la sua decisione di patteggiare metterà “fine”. “Per il momento lascio parlare i miei avvocati, farò ciò che devo fare a norma di legge” ha dichiarato Speziali all’Ansa sottolineando che “la richiesta di patteggiamento non riconosce l’aggravante dell’associazione mafiosa”. Una richiesta che, per arrivare davanti al gup, deve ancora ottenere il parere favorevole del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo che, quando ha chiesto l’arresto di Speziali, gli ha contestato l’aggravante dell’associazione mafiosa.

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