Scontro vivace a L’Aria che Tira (La7) tra Stefano Fassina, esponente di Liberi e Uguali, e il sindaco Pd di Firenze, Dario Nardella. Fassina spiega i motivi per i quali Liberi e Uguali ha sostenuto Zingaretti nel Lazio e non Gori in Lombardia: “Nonostante in politica le biografie contino, non è stato questo il criterio utilizzato: abbiamo guardato le discontinuità programmatiche. La proposta di Gori non aveva le necessarie discontinuità che avevamo proposto a livello nazionale. Dicono che ci siamo divisi dal Pd. In realtà, è il nostro popolo che si è diviso“. Nardella replica: “Col mancato sostegno a Gori, LeU fa un grande regalo a Salvini e a Berlusconi. Si dà un vantaggio alle destre”. Fassina obietta che il voto utile è ridicolo, ricordando la débâcle del Pd a Sesto San Giovanni, storica roccaforte di sinistra. Poi precisa: “Nel Lazio avremmo fatto un confronto anche col M5S, oltre che con Zingaretti, ma Roberta Lombardi e i 5 Stelle sono prigionieri di un principio di autosufficienza”. E si rivolge ancora a Nardella: “Voi del Pd dovreste ringraziarci. Noi facciamo argine alla destra e anche all’ulteriore spostamento dell’elettorato di sinistra verso il M5S, oltre che all’astensione. Se non capite questo, il 4 marzo fate un frontale ulteriore e peggiore di quelli che avete fatto in questi anni. C’è un pezzo di popolo che non si riconosce nel Pd”. Il sindaco di Firenze ribatte: “Credo che la coerenza sia un valore e ho la sensazione che Grasso negli ultimi due giorni abbia detto cose molte diverse, perché ha detto che verso i grillini non ci sono pregiudiziali in una prospettiva dopo le elezioni, mentre verso Giorgio Gori ci sono questioni pregiudiziali. La verità’ è che si pongono sempre questioni personali. Noi siamo lontani anni luce dalle distinzioni personalistiche che fanno a Roma”. “Ma quali personalismi? – insorge Fassina – “Io sono uscito dal Pd e mi sono dimesso da viceministro dell’Economia per il Jobs Act, per la Buona Scuola, per lo Sblocca-Italia, per il referendum sulle trivelle, per la riforma costituzionale, per la presa in giro ai lavoratori che avevano firmato il referendum sui voucher. E non sono personalismi”

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