La rottura adesso è definitiva. Il collegio dei revisori dei conti del Comune di Torino si è dimesso dopo i tanti contrasti con la sindaca Chiara Appendino, l’assessore al Bilancio Sergio Rolando e la maggioranza M5s del consiglio comunale che, a fine 2017, aveva chiesto le dimissioni: “L’assenza di collaborazione e le pressioni ricevute – scrivono nella lettera i componenti dell’organo di revisione – sono state fonte anche di disagi operativi e di incomprensioni”. La sindaca M5s ha replicato con una nota poco dopo: “Siamo sorpresi delle dichiarazioni dei revisori dei conti. La giunta e l’ente che rappresento hanno sempre offerto la massima collaborazione. Prendiamo atto delle dimissioni”.

Lasciano quindi il loro incarico con un anno di anticipo i tre professionisti – il presidente Herri Fenoglio, Maria Maddalena De Finis e Nadia Rosso – che nel dicembre 2015, come da legge,   sono stati estratti a sorte dalla prefettura in maniera tale da garantire la loro indipendenza dal potere politico-amministrativo. Se però negli ultimissimi mesi dell’amministrazione di Piero Fassino targata Pd non ci sono stati scossoni, con la giunta e la maggioranza del consiglio comunale targata M5s gli scontri sono aumentati, forse anche per la delicata situazione finanziaria che Appendino ha trovato dopo il suo insediamento.

Il primo momento di scontro, quello più grave, ha riguardato la caparra di 5 milioni di euro che la città ha restituito nei giorni scorsi alla società Ream. L’azienda aveva versato quella somma per la prelazione sullo sfruttamento dell’area Westinghouse, poi assegnato a un’altra azienda. Secondo i revisori quei conti dovevano essere iscritti tra i debiti del 2016, ma per Appendino e Rolando non era necessario in quanto ci sarebbe stata una trattativa per la restituzione. Fenoglio e le colleghe hanno quindi fatto un esposto alla procura di Torino che il 17 ottobre ha portato all’inchiesta per falso ideologico in atto pubblico contro la sindaca, l’assessore e l’ex capo di gabinetto Paolo Giordana, e da allora sono stati sentiti più volte dai procuratori aggiunti Enrica Gabetta e Marco Gianoglio come persone informate sui fatti. A novembre sono stati i consiglieri pentastellati a “processare” Fenoglio, De Finis e Rosso durante una commissione, ma dopo sono avvenute nuove rotture con il parere negativo alla variazione al bilancio 2017-2019, in cui non erano contabilizzati i soldi spettanti a Ream, e con la bocciatura del bilancio consolidato 2016 per la mancata contabilizzazione  dei conti di Gtt, società dei trasporti che non aveva ancora approvato il suo rendiconto. Stamattina è arrivata la decisione dei componenti dell’organo di revisione motivata dalle “difficoltà nello scambio di comunicazioni e ostacoli nell’attività di raccordo” tra giunta  e collegio e tra questo e il consiglio comunale. “L’assenza di collaborazione e le pressioni ricevute – si legge nella lettera di dimissioni – sono state fonte anche di disagi operativi e di incomprensioni”.

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