Ha pilotato le gare per appalti pubblici da almeno tre milioni di euro nel comune di Serramazzoni. Con questa accusa Rocco Antonio Baglio, ex soggiornante obbligato per legami con la ‘Ndrangheta, è stato condannato in primo grado dal tribunale di Modena a dieci anni di reclusione. Il caso esplose nell’ottobre 2012 con l’applicazione delle misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta Teseo della guardia di Finanza e del pm Claudia Natalini: oltre all’arresto di Baglio, considerato vicino alla cosca Longo Versace, e dei suoi uomini, era stato indagato a piede libero per corruzione e turbata libertà di scelta del contraente anche Luigi Ralenti, immobiliarista e sindaco del Pd dal 2002 al maggio 2012. Il presidente del collegio di Modena, Pier Luigi di Bari, ha sancito il non doversi procedere, per prescrizione, proprio per l’ex primo cittadino di Serramazzoni.

Baglio, tra le altre cose, è stato dichiarato responsabile di tentata estorsione con l’utilizzo di arma da fuoco. Secondo le Fiamme Gialle, lui e i suoi uomini sarebbero riusciti a indirizzare gli appalti per sulla ristrutturazione di uno stadio, di un polo scolastico e di una scuola. Sono stati condannati a tre anni di reclusione e a tre anni e due mesi Marcello Limongelli e Salvatore Guarna. Entrambi colpevoli di tentata estorsione, sono ritenuti il braccio operativo dello stesso Baglio.

La vicenda che è al centro del processo riguarda appunto i progetti di ristrutturazione del polo scolastico e dello stadio di Serramazzoni affidati nel 2008, tramite la controllata comunale Serramazzoni Patrimonio, a un’associazione temporanea di imprese che a sua volta ha assegnato in subappalto la parte edile alla Unione group, intestata alla moglie di Rocco Baglio. L’imprenditore calabrese, pregiudicato per detenzione di armi e bancarotta fraudolenta, avrebbe avuto buon gioco nel mettere le mani sugli appalti di Serramazzoni grazie a una serie di incontri con l’allora sindaco dem Ralenti. Secondo l’accusa, l’accordo si sarebbe concretizzato nella promessa di vendita di un immobile a prezzi stracciati all’amministratore del Partito democratico.

Le condanne per tentata estorsione a Baglio, Guarna e Limongelli riguarda invece l’incendio appiccato nella casa di campagna di Giordano Galli Gibertini, ex calciatore del Modena, titolare di un’impresa edile. Davanti al portone di casa si era visto recapitare una testa di capretto mozzata. Malgrado queste condotte non è stata contestata l’aggravante del metodo mafioso perché la Dda di Bologna, competente in materia, l’aveva respinta a inizio indagine. La polizia giudiziaria tuttavia ha sottolineato come “le metodologie utilizzate dall’organizzazione erano quelle tipiche di stampo ’ndranghetista, particolarmente efficaci e convincenti”.

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