Fioccano le proteste contro l’aumento del 12,89% dell’A24 e dell’A25, la cosiddetta “autostrada dei parchi”, dovuto allo sblocco da parte del Tar di alcuni anni di “rincari automatici”. Cittadini, sindacati e associazioni di categoria, hanno aperto una petizione su change.org che ha già raccolto più di 80mila firme: “L’aumento dal primo gennaio del 12,89% delle due autostrade A24 e A25 è un salasso insostenibile per gli utenti  ed è di gran lunga superiore rispetto alla media nazionale dei rincari che è pari al 2,74%, ovvero un quinto di quanto invece subiranno gli automobilisti fruitori delle suddette autostrade. Chiediamo al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni di revocare la concessione al gestore e di rinegoziare termini nuovi e più convenienti per i cittadini”.

Scendono intanto in piazza i sindaci dei comuni attraversati e i politici sia di maggioranza che d’opposizione, compreso il governatore Luciano D’Alfonso, notoriamente amico del titolare della concessione, Carlo Toto, che fu anche suo testimone di nozze. “Sono aumenti insopportabili che rischiano di produrre un vertiginoso calo dell’utenza e una conseguente riduzione degli investimenti nella sicurezza strutturale dell’autostrada … Questi aumenti rappresentano un’anomalia che deve essere curata immediatamente – ha detto il presidente della Regione Abruzzo -. Gli incrementi non devono superare il 2%: superata questa soglia, anche da un punto di vista giuridico, si rischia la riduzione degli utenti e di conseguenza ci saranno meno introiti che metteranno a repentaglio la qualità e la quantità degli interventi manutentivi. E come se un’edicola iniziasse a vendere i quotidiani a 20 euro. La soglia massima del 2%, a mio giudizio, doveva essere prevista già nel contratto del 2001 per le autostrade abruzzesi: questa non scelta la considero superficiale da parte di chi ha redatto il bando di gara”.

Nei prossimi giorni D’Alfonso e il suo omologo della regione Lazio Nicola Zingaretti si incontreranno a Roma col ministro dei Trasporti e delle infrastrutture Graziano Del Rio, che ha garantito un tavolo tecnico sulla questione. Gianni Melilla, deputato in forza a Liberi e Uguali, ha invece commentato così: “Vi sono palesi inadempienze da parte del gestore in tema di investimenti sui servizi e sugli standard di sicurezza. Emerge con evidenza il fallimento di una privatizzazione che ha trasformato la nostra autostrada, pagata esclusivamente dallo Stato, in una gallina dalle uova d’oro solo per il gestore”.

L’“autostrada dei parchi” è per molti, studenti e lavoratori pendolari, autotrasportatori, malati, l’unico collegamento possibile tra l’Abruzzo e la capitale, nonché l’unica connessione con tempi di percorrenza non preistorici tra l’Adriatico e il Tirreno, vista la lentezza della soluzione ferroviaria. Da quando l’autostrada dei parchi è gestita dall’imprenditore Carlo Toto, i pedaggi sono aumentati molto più velocemente dei ritmi dell’inflazione. Rincari automatici, perché stabiliti dal bando di gara e dal contratto di concessione di inizio 2000. Ma negli ultimi anni l’intervento della politica nazionale ne aveva mitigato l’escalation. Oggi la tratta (di appena 208 chilometri) tra Pescara Nord e Roma costa ben 23 euro e 70 centesimi. L’anno scorso era salita a 21 euro e 30 centesimi, e già si gridò allo scandalo.

Il gruppo Toto ha replicato in questi termini: “È la legge che stabilisce i criteri per la determinazione delle tariffe, in base a un mix di parametri che considerano il prezzo di concessione, pari a oltre 750 milioni di euro oltre interessi corrisposto in rate annuali”. E ha aggiunto: “Inoltre, per ogni euro di pedaggio incassato dalla Strada dei Parchi, solo 43 centesimi restano nella disponibilità della concessionaria per garantire la gestione e la manutenzione dell’infrastruttura, mentre i restanti 57 centesimi vanno a vario titolo allo Stato”.

I lavori di messa in sicurezza antisismica delle autostrade A24 e A25, messe a dura prova dai terremoti, sono partiti nel maggio scorso e riguardano i principali viadotti delle due arterie autostradali. Dopo le proteste del gruppo Toto, le decine di milioni di euro che li finanziano sono stati sbloccati poco prima di Natale. E sono fondi europei.

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