L’azione che segue il pensiero. Ma senza collegamento “fisico” tra l’una e l’altro, se non un dispositivo che capta le onde cerebrali. Insomma, la cara vecchia fantasia di poter guidare un qualsiasi mezzo con la mente.

Solo che resterà una fantasia ancora per poco, visto che Nissan sta portando avanti un progetto di ricerca in tal senso che presenterà tra pochi giorni al CES (Consumer Electronics Show) di Las Vegas.
Il nome è tutto un programma, Brain-to-Vehicle, e tradisce una tecnologia in grado di accorciare i tempi di reazione del conducente perché “legge” i segnali emessi dal cervello. In pratica, quando chi è al volante si appresta a compiere un’azione o un movimento essa rileva le onde cerebrali corrispondenti e predispone i sistemi di assistenza alla guida all’esecuzione di quegli ordini.

Così facendo, ci vorrà meno tempo (da 0,2 a 0,5 secondi) per accelerare, frenare o curvare, ad esempio. Ma esiste pure una modalità in cui viene rilevato automaticamente il livello di comfort del conducente, e se del caso modificate le impostazioni di guida.

E nondimeno le possibili applicazioni, nonché estensioni, di questa tecnologia sono molteplici. Coinvolgono, ad esempio, anche la realtà aumentata, che potrebbe essere usata per mettere a punto la visuale di chi è al volante.

Una dimostrazione di tutto questo verrà data, per l’appunto, la prossima settimana a Las Vegas dal dottor Lucian Gheorghe, responsabile del progetto B2V. La cui tecnologia, come ha sottolineato l’executive vice president di Nissan Daniele Schillaci, va nella direzione opposta della guida autonoma, perché sfrutta i segnali del nostro cervello per rendere la guida ancora più emozionante e godibile”.

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