Tutto conta, quando si tratta di grandi numeri. Non passa giorno che la Cina mostri una volta di più la valenza di questo detto, e da quando ha intrapreso la strada dell’elettrificazione per i trasporti ha presto raggiunto traguardi da primato, seppur ancora in valore assoluto ancora limitati: su volumi di vendite attualmente di circa 2,7 milioni di auto ogni mese, ed in costante crescita, spicca la penetrazione dei modelli elettrici, arrivati a pesare l’1,5% sul totale nel 2016, con superamento degli Stati Uniti fermi a 1,16%.

Valori invariati anche nel corso dell’anno in chiusura, ma con promessa di ulteriore, rapido incremento dalla tendenza attuale: 500mila elettriche immatricolate nella stagione passata e 350mila quest’anno, registrate però solo nei primi nove mesi.

Con un progetto di elettrificazione così determinato, è ormai normale assistere ad un continuo fiorire di iniziative private o statali che contribuiscono alla mutazione lenta ma costante del panorama del trasporto cinese. E’ altrettanto vero che mai come in questo vastissimo Paese, la concentrazione di agenti inquinanti nell’atmosfera delle grandi metropoli raggiunge da tempo valori superiori a ogni livello tollerabile. Bisogna dunque agire in fretta, quanto meno localmente. E magari evitando di produrre energia con centrali a carbone, tuttora diffusissime.

Nondimeno, le ultime notizie dalla Cina vanno proprio in questa direzione. Con lo sviluppo di un’interessante sperimentazione volta a trasformare il manto stradale in sorgente di energia elettrica, modificandone radicalmente la pavimentazione che diviene composta da speciali pannelli solari. Il progetto è stato varato dal gruppo Quilu Transportation Development nella città di Jinan e di recente ha visto completare il secondo tratto sperimentale per ulteriori 2000 metri, dopo la prima sezione inaugurata solo lo scorso settembre. Tecnicamente, la pavimentazione consta di tre strati, con il primo realizzato da una sorta di cemento trasparente, seguito dai pannelli fotovoltaici e infine da un sottofondo che serve per assorbire sollecitazioni e vibrazioni generate dalla circolazione dei veicoli. Non si tratta, tuttavia, di un primato, poiché nel mondo esistono già sperimentazioni analoghe (pista ciclabile che produce corrente in Olanda, strada “solare” in Francia, Solar Roadways nell’Idaho, Stati Uniti).

L’anima prettamente pragmatica del popolo cinese non trascura però l’applicazione pratica dell’elettrificazione: a Shenzhen, metropoli (oltre dieci milioni) di forte interesse economico al confine con Hong Kong, è stata recentemente completata la totale elettrificazione di tutti i 16mila bus in circolazione in città, con adeguamento del territorio urbano attrezzato con 510 stazioni di ricarica per autobus. Seguono da vicino il trend i taxi: quelli elettrici hanno superato le 12mila unità e, dal 2020, saranno anch’essi totalmente elettrificati, con alimentazione prodotta da fonti di energia rinnovabili.

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