La differenza, il regalo di Natale alla Juventus, l’ha fatto Patrick Schick, col suo errore imperdonabile all’ultimo secondo dell’ultimo minuto. Proprio lui, che per uno scherzo del destino la maglia bianconera l’aveva anche indossata per qualche breve giorno di luglio, prima di essere scartato per presunti e mai chiariti motivi di salute (e ora quelle immagini ritornano beffardamente su internet): il suo mancato arrivo a Torino e poi l’approdo nella Capitale rischia di esser stato il vero ago della bilancia della stagione di Juventus e Roma. La prima si lancia verso lo scudetto, che al massimo sarà una lotta a due col Napoli; la seconda esce ridimensionata, perché se perdi tre scontri diretti su tre non può essere solo un caso.

La grande sfida del turno natalizio è tutta in quell’azione finale, e nel tiro sbagliato dall’attaccante ceco a tu per tu con Szczesny. In realtà, Juve-Roma è stata una partita complessa, che i padroni di casa hanno dominato per un’ora abbondante: ridurla all’occasione sprecata nei minuti di recupero sarebbe una semplificazione eccessiva. Così come è abbastanza ingeneroso accanirsi sul giovane attaccante ceco e sui 40 milioni e passa spesi per lui dalla Roma in estate: che il suo acquisto fosse stato ponderato male, anche per ragioni tattiche, era noto già da molto prima di ieri, ma il ragazzo ha qualità che si sono intraviste persino nella sconfitta di Torino. Forse il periodo di ambientamento sarà solo un po’ più lungo del previsto.

Oggi, però, resta il suo peccato capitale e l’1-0 con cui i bianconeri hanno battuto, una volta di più, i rivali giallorossi. Un risultato che può dire tanto per il campionato, anche e soprattutto per com’è arrivato prima dell’errore di Schick. La Juve, infatti, ha vinto da Juve. Con forza, in fin dei conti anche con merito, e un bel po’ di fortuna (che ai bianconeri storicamente non è mai mancata). Allegri ha replicato a grandi linee la stessa, identica partita che contro l’Inter aveva portato solo un pareggio (e in parte sperimentato con successo a Napoli). Con questo nuovo 4-5-1 praticamente in linea, in cui al momento non sembra esserci spazio proprio tatticamente per Dybala, ha ritrovato la solidità difensiva da cui sono passate tutti i trionfi degli ultimi anni. E i risultati si vedono: zero gol presi, 13 punti fatti nelle ultime cinque gare, e l’impressione che per il primato in classifica sia solo questione di tempo.

La Roma, invece, ha perso da Roma: giocando in maniera generosa, credendo fino all’ultimo di potercela fare e mancando sempre nei momenti decisivi. Il giudizio finale, in realtà, è condizionato da quelle occasioni tanto quanto il risultato, ma in positivo. Manovra confusa, Dzeko isolato, possesso palla notevole ma sempre sterile: i giallorossi hanno dimostrato quasi una sudditanza tattica, tecnica e psicologica nei confronti dei campioni d’Italia. In novanta minuti non hanno prodotto praticamente nulla: le due palle gol sono il frutto di svarioni dei difensori bianconeri. E persino nei singoli episodi la Juve è stata superiore.

La traversa di Florenzi e il rigore in movimento di Schick avrebbero potuto cambiare sicuramente il risultato, forse anche tutta la stagione. Quando non chiudi la partita, spesso agli avversari capita l’occasione buona per pareggiarla. La Roma ne ha avute addirittura due, una più clamorosa dell’altra. E le ha sprecate entrambe, non solo per sfortuna. È il pallone che lancia dei segnali: l’anno della Juve non è ancora finito.

Twitter: @lVendemiale

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