C’è una targa, su un palazzo di Piazza Pitti a Firenze, a ricordo della permanenza nella città di Dostoevskij e del compimento del suo più celebre romanzo, L’Idiota, reso ancor più celebre dalla frase attribuita dagli amici al principe Miskin: “La Bellezza salverà il mondo”. Certamente lo scrittore russo, ossessionato dalla Bellezza, avrà ulteriormente tratto ristoro ed ispirazione affacciandosi alla finestra da cui poteva scorgere l’architettura solenne del palazzo rinascimentale. Come tutti dovremmo trovare appagamento, serenità ed energia dalla fruizione di forme e colori della natura e del ben costruito. A meno che, come disse il nostro, affascinato da un paesaggio sublime: “Ne sento la bellezza ma mi riempie di angoscia“.

Sgomento e stupore sono i sentimenti che dovrebbero emergere trovandosi nel X Municipio di Roma, per l’esattezza laddove una volta esisteva una città, Ostium, ovvero la “bocca del fiume”. Prima “castrum” poi Urbe, possedeva tutti quei servizi primari e secondari a livello di odierne moderne realtà metropolitane: case unifamiliari, ma anche condomini (le insulae), teatri, taverne, negozi, caserme, strade interne e a due corsie per raggiungere il vicino porto commerciale. Concepita secondo un preciso piano regolatore raggiunse nel I sec. a.C. i 75.000 abitanti, diventando cosmopolita poiché vi abitavano cittadini provenienti da tutto l’Impero, di tutte le classi sociali, principalmente dedite a grandi commerci e di molte religioni.

Questa pertanto è un’area archeologica tra le più interessanti del mondo romano al pari di Pompei ed Ercolano, l’esempio dello stile di vita ai tempi dell’epoca. A differenza però delle due aree archeologiche campane, Ostium non è così nota, visitata, studiata: molto ancora è da scoprire per la cronica mancanza dei fondi, ma da sola potrebbe portare benefici diretti e indotti all’economia locale.

Facciamo un salto nella storia tormentata ed affascinante di Ostia. Si sa che fu abbandonata poi nel V secolo, fu parzialmente ripopolata da due Papi, Gregorio IV e Giulio II, quest’ultimo fece erigere un castello all’interno del borgo, il completamento della basilica di Sant’Aurea e le mura. Altra decadenza per lunghi periodi anche a causa della sopravvenuta insalubrità, depredata di marmi, statue, suppellettili, materiali d’ogni genere fu, da fine Ottocento agli Anni 20, abitata da coloni ravennati con l’intento di bonificarla e quindi riedificata verso la costa. La realizzazione della via del Mare, nel 1927, la prima autostrada gratuita e illuminata d’Italia, sancì la nascita di “Ostia Lido di Roma” in contiguità con la prevista Esposizione universale del 1942.

Questo fu considerato a lungo il quartiere marino di Roma e per questo fu progettata la via Cristoforo Colombo, il secondo accesso via terra. Al tempo chiamata: “Via imperiale”, la strada collegava Roma con il suo mare per favorire la nascita di quella “Terza Roma” che secondo Mussolini sarebbe dovuta rifondarsi sulle antiche origini latine del territorio. Ostia fu pianificata e parzialmente realizzata secondo criteri urbanistici e stilemi propri dello stile “razionalista”, nel 1932 fu indetto un concorso internazionale rivolto ad attrarre i migliori architetti dell’epoca. In quegli anni furono realizzati la stazione centrale, il palazzo del governatorato, l’attuale sede del decimo municipio, l’edificio della Posta centrale, diversi istituti scolastici, la Colonia Vittorio Emanuele III, caserme, ville e residenze sontuose e popolari e uffici pubblici distaccati. Il “Kursaal” poi (1950) progettato da Lapadula e Nervi con la sua piscina e il suo straordinario trampolino che fu un magico fondale di molti film tra cui il più noto, I vitelloni di Fellini.

Ostia è un museo a cielo aperto, un inno all’architettura di tutti i tempi, età romana, medievale,rinascimentale, moderna, Ostia è pertanto anche un tripudio di buona costruzioni con il valore aggiunto del mare della pineta ed il collegamento facile con il centro della Capitale, Ostia è anche potenzialmente una grande e pulita risorsa economica per chi crede che i Beni Culturali e il paesaggio, se ben gestiti, possano costituire un sano ritorno economico. Ostia per me è la Bellezza assoluta che può sconfiggere il degrado il male. La Bellezza di Ostia salverà, deve salvare, il mondo dal male.

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