Come era inevitabile, non è stata accolta bene a Roma l’idea del nuovo governo austriaco di Sebastian Kurz, alleato con l’ultradestra di Heinz-Christian Strache, di concedere il passaporto austriaco agli italiani di lingua tedesca o ladina. Cioè i sudtirolesi che vivono in Trentino Alto Adige. L’annuncio, arrivato dai partiti di opposizione di lingua tedesca in Alto Adige secondo cui si tratta di “un’occasione storica di valore inestimabile”, ha provocato una levata di scudi. Il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, ha detto che la mossa di Vienna “anche se fatta con il guanto di velluto dell’europeismo” ha “il crisma del pugno di ferro etno-nazionalista” e “sdoganare la cittadinanza su base etnica avrebbe effetti gravissimi, ad esempio in tutti i Balcani, minando la convivenza nei paesi, anche nell’Ue, caratterizzati dalla presenza di cittadini di molteplici culture”.

Michela Biancofore di Forza Italia rimprovera al Pd un silenzio “assordante” insinuando: “Non è che il governo tace sulla doppia cittadinanza per far eleggere Boschi e Delrio in Trentino Alto Adige grazie alla Svp, visto che altrove li respingono?”. L’idea del governo austriaco appare “una mossa velleitaria, non una mossa distensiva” al presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani. “L’Europa ha chiuso la stagione dei nazionalismi”, sostiene in un’intervista nella quale sottolinea l’importanza che “il programma di governo austriaco non preveda l’uscita dall’Ue, un ‘Oexit’, un referendum”. Su questo Tajani vuole sentire direttamente Kurz: “Verrà a parlare con noi la prossima settimana a Bruxelles e ascolteremo il suo programma. L’importante è che si muova nella direzione del sostegno all’Europa”, ribadisce.

La coalizione di popolari e nazionalisti preoccupa gli europeisti, come Sandro Gozi, soprattutto in materia di solidarietà e migranti: “Per noi è fondamentale che l’Europa si attrezzi con politiche per governare immigrazione e asilo. Il minimo sindacale dell’Italia è che ogni Paese rispetti le quote di rifugiati loro assegnati. Ribadiremo questa posizione anche al nuovo governo austriaco”, scrive su Twitter il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Nessuno spauracchio da Vienna invece per Matteo Salvini, al contrario un modello da seguire: “Strache non è assolutamente estremista. Se controllare i confini è estremista, allora sono estremista anche io. Io vedo un partito che difende l’interesse nazionale austriaco e io, come Lega, lo voglio fare non solo in Lombardia e Veneto, ma anche in Puglia o in Campania”.

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